Posta pure il tuo scritto o riflessione, poi deciderà
il buon vecchio Jack se accettarlo o meno!

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MAURO MOSCONE ha scritto:

27 Novembre 2014  08:03

Caro Mister Jack Torrance,
nel più bel libro del Novecento, Misery, Stephen King racconta che la scrittura è nello stesso tempo l’esorcismo del male di vivere e un pericolo incombente di nevrosi, ossessione, paranoia (il tema riecheggerà anche in Shining, d
ove infuri come una tempesta, terribile Jack, e ne "La metà Oscura").
Il Re dello scrivere storie decide di scrivere sulle storie, impartendo una dura lezione di thrilling e ritmo ai tediosi teorizzatori della metaletteratura.
Il vecchio armamentario gotico viene rimpiazzato dai nuovi emblemi dell’orrore letterario: risme di carta, macchine da scrivere, matite Berol Black e ora tastiere, video, mouse.

“Scrivere non provoca tormento (misery) ma nasce dal tormento”, così recita un’epigrafe presa a Montaigne da King, a pagina 113 del libro in oggetto.

Orbene Jack, immagina di essere prigioniero di una pazza, tale Annie Wilkes, un Angelo della Morte, un’infermiera professionista che ha fatto una strage di pazienti anziani col cloruro di potassio in varie cliniche pubbliche e private.
Si dà il caso che sia una tua ammiratrice: ha letto le tue vicende su Shining, ti ha voluto conoscere e ti ha invitato a casa.
Ti ha salvato dal congelamento mentre eri ridotto a un surgelato nel giardino a labirinto rinascimentale dell'Overlook Hotel.
Che cosa vuole? Vuole che tu racconti una sua esperienza di vita, di quelle toste, tipo le tue da alcolizzato scrittore fallito e fottuto.
Lo capisci quando ti risvegli, Jack, dopo essere stato drogato dal suo prezioso thè con pasticcini, nel suo scantinato. Noti un’ascia e una sega chirurgica appoggiate su un tavolino d’acciaio. Lei si affaccia allo spioncino della tua cella imbottita insonorizzata.
Vuole che racconti la sua carriera criminale e ti passa sotto la porta un dossier sul massacro di anziani (ritagli di giornali e fotocopie delle cartelle cliniche dei defunti) che ha perpetuato negli ultimi cinque anni, in giro per l’Italia delle cliniche e delle ASL.
Ci sono anche dei video che mandano le grida dei telegiornali, i dibattiti dei talk show e i programmi della tivu del dolore, riguardanti le sue nefande gesta.
Se non lo farai, e bene, lei ti strapperà a uno a uno i vari pezzi del tuo corpo.
Se sarai un buon agiografo, te ne andrai a casa libero e con centomila euro, mah...
Se può ispirarti, caro Jack,(ma se fai da solo è meglio), ti dico che questa è un’indagine narrativa sul cosa significhi essere uno scrittore oggi.
Oggigiorno che tutto è comunicazione e che il successo di questa comunicazione globale sembra aver ridotto la scrittura creativa a una pericolosa forma di non espressione, o meglio, alla comunicazione psicotica di Misery, l’Angelo della Morte.
Probabilmente, Jack, prima di conoscere Misery, scrivevi per esprimere le tue esperienze autentiche interiori, e tutto questo ti ha portato a incontrare il tormento dell’Angelo della Morte.

Ma quello che m’intriga è:
Quali sono ancora le possibilità della scrittura nell’era informatica?
Quali parti del nostro vero io restano coinvolte nella vocazione alla scrittura, mentre Misery ci amputa lobi e dita?
Quale corpo residuo o residuo di corpo possiamo opporre nella lotta alla mercificazione e alla prostituzione del nostro io profondo?
Spero che tu sia interessato a tutto questo bel pippone, caro Jack, perchè sto venendo a prenderti.
Firmato
Annie Wilkes, infermiera professionale capoturno





  Jack Torrance ha risposto:


28 Novembre 2014    21:34

Oooooh!!... “le nostre esperienze autentiche interiori”?!!!
È su questo che dovremmo puntare?
Non te ne sbatte niente -a te- di accontentare il grande pubblico, di dargli in pasto il suo "sandwich di realtà", d' illuderlo che tutta quella solitudine e povertà di cui soffre si può in qualche modo esorcizzare o ridurre se paragonata con abile manipolazione a dei mali e stupidità peggiori?
Non te ne sbatte niente, a te.
Tu vuoi aiutarli a pensare, a sentire che davvero ci può essere di meglio.
Ah!... Già già già!!...
È questo che vuoi.

…Ma tu ci hai mai pensato alle mie responsabilità?!! Ce l’hai una vaga idea di cosa sia un principio etico e morale nella logica e dinamiche del profitto che sono costretto a rispettare; quelle che m’impone il mio editore?
Il principio è: "basta che funzioni", che sia in grado di accontentare le aspettative e i gusti del grande pubblico... Un pubblico eterogeneo di fottuti zombi!
Ma no, tu non ce l’hai questa priorità, non hai delle scadenze. 
Lo fai per hobby, soltanto perché ti piace… Aaaah!... Già, già già!

Capisco... Vuoi farmi la morale, suggerire un metodo, spingermi a  ignorare tutta quella sterminata massa di cerebrolesi che è capace di comprare un libro soltanto per moda o per effetto di una martellante campagna pubblicitaria; com'è successo, del resto, per moltissime stronzate che poi sono finite pure sul grande schermo a farmi compagnia.

Allora io ti dico, cara la mia Annie o chi ti mette in bocca quelle stramaledette idee, vieni pure a salvarmi dal congelamento di quei sentimenti preconfezionati che ho il dovere e la bieca abilità di offrire con la mia prosa, vieni pure a somministrarmi le tue porcate sui classici, la buona scrittura e bla blà, bla blà, bla blà, ma poi dammi quella mazza!
Consegnami quella mazza, Annie!!!
Non ti farò niente. Soltanto quella tua testaccia… Te la FACCIO A PEZZI!

 



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