lunedì 13 ottobre 2014

Ma quanto sono scemi gli extraterrestri?

Intenzionato a raccontare qualcosa sui “visitatori”, ho voluto coinvolgere attraverso uno scambio di messaggi Rubrus, con cui condivido la passione per la scrittura e che invito a conoscere anche attraverso le sue ottime opere. Già in un’altra occasione ho avuto modo di discorrere con lui sul tema del paranormale, invitandolo a descrivere qualche sua esperienza, e già allora apprezzato la sua razionalità 
Qui, invece, sono partito da una semplice domanda; quella sugli u.f.o e la possibilità di visite da altri mondi,  e ne è seguita un'interessante -a tratti anche divertente, credo- discussione che qui pubblico per tutti gli appassionati del fenomeno e per quei sognatori che, a volte,  come il sottoscritto son disposti contro ogni logica ed evidenza ad abbracciare anche le idee più folli.
La pubblico, anche perché convinto sia ricca di tutte le obiezioni e considerazioni più ragionevoli che si possano fare sull’argomento.


Le mail:


Fabio: A proposito di altre dimensioni, bizzarrie e distorsioni spaziotemporali, c'è una strana domanda che vorrei farti, Bob; tu credi nei "visitatori" ,cioè, gli UFO?

Rubrus: Be', se parliamo di forme di vita extraterrestri, sì. Lo dice l'equazione di Drake, con i suoi vari calcoli di probabilità.
Se invece parliamo di omini vari che vengono a visitarci, no, a prescindere da forme e colori. 
Possibile che abbiano una spiegazione psicologica o psichiatrica per i casi in cui chi li ha visti è in buona fede.  

Fabio: E se, invece di omini, parliamo di sonde con menti cibernetiche che si sono adattate a vivere e trarre dal cosmo tutto quello di cui hanno bisogno per sostentarsi e autoreplicarsi? Forse, fra meno di cento anni, i nostri computer saranno in grado di superare il test di Turing e compiere associazioni o ragionare come uomini; pensa ad avanzamenti tecnologici su scala millenaria, magari di civiltà che sono riuscite a "traslare" molto prima dal biologico al cibernetico.

Rubrus: mah.. non è che mi si sposti più di tanto il problema.
Nel senso. 
Le forme di vita possono anche essere cyborg, ma questo non incide sulla possibilità che vengano a farci visita né  in un senso né nell'altro, cioè non l'aumenta e non la diminuisce. Se io sono un "grigio" e ho la possibilità di viaggiare nello spazio tempo alla velocità della luce o usare i classici wormholes - devono essere così intasati che mi sa che ci sono pure i vigili, lì in mezzo, ormai, sennò chi lo regola il traffico? - ho le stesse possibilità che ha un organismo cibernetico che possegga gli stessi strumenti di locomozione. 
E quanto alla visita degli ufo - e al famoso paradosso di Fermi - io credo che la miglior prova del fatto che quello che viene visto non sono né omini verdi o grigi né cuginetti dei Transformers sta nel loro aspetto: tronco, testa, quattro arti, struttura bipede.
Ma abbiamo una vaga idea della varietà delle forme di vita terrestri? Pensiamo a un polpo: è intelligente, può manipolare l'ambiente... ma certo non assomiglia neanche un po' a un vertebrato, figurarsi a un essere antropomorfo.
Ebbene: se tale e tanta è la varietà di forme di vita sulla Terra, quanto varie possono e devono essere quelle nello spazio? possibile che siano tutti così simili a noi, 'sti alieni? ce ne sono alcuni che potrebbero comparire sulla copertina di Vogue! non siamo un po' troppo antropocentrici? Personalmente riterrei più credibile un alieno lovecraftiano, radicalmente inconcepibile e indescrivibile.
Però nessuno ha mai detto di incontrare alieni siffatti. Al massimo, le hanno viste.
Ipotizziamo pure che siano macchine, quelle che vediamo, sonde.
Secondo te, esseri in grado di creare macchine in grado di varcare lo spazio tempo quanto impiegherebbero a raccogliere, su di noi e sul nostro pianeta, tutte le informazioni che servono loro? Eppure gli avvistamenti di UFO vanno avanti da cinquant'anni, forse più (i famosi ufo di Mussolini). Noi, in duecento anni scarsi e con mezzi primitivi abbiamo esplorato l'intero pianeta. Non c'è proporzione.  E non parliamo di coloro che dicono di avere visto tracce aliene nei quadri di Giotto, nelle tombe egizie ecc.
Come osservatori, dovrebbero essere oltremodo scemi...   

Fabio: Sì, beh... l'obiezione è ragionevole solo se pensiamo che il loro interesse principale siano le faccende umane, e che ogni esercizio delle loro facoltà cognitive abbia uno scopo, ma potrebbe anche trattarsi di qualcosa di diverso (magari, come macchine senzienti, lo fanno solo per il puro gusto di farlo. Tipo una vacanza Hahaah!!...) Personalmente, non ho mai creduto alla fantarcheologia -tipo quella di Von Daniken o Peter Kolosimo, tanto per intenderci- o agli umanoidi dei vari racconti di rapimento e incontri ravvicinati, ma la teoria delle sonde mi sembra verosimile (oppure, ne sono semplicemente tanto affascinato da non riconoscerne l'intrinseca stupidità...).

Rubrus: mmm.... delle macchine in vacanza? le macchine, per definizione, non dovrebbero avere gusti o bisogno di vacanze, quindi si torna alla opzione cyborg, ma allora ci si ripresenta l'opzione iniziale:
se sono in vacanza, perché non scendono? (a scendere e rapire, secondo i contattisti, sono creature biologiche) 
se non sono in vacanza e sono solo voyeur... ma quanto sono scemi?   
e se sono macchine dettate dalla sete di conoscenza - un programma di acquisizione dati, come il VOYGER del primo Star trek, allora sono programmi difettosi visto che ancora stanno qua come se fosse il primo giorno... 

Fabio: Gli alieni non saranno pur qui ma, vista la tua logica stringente, ho proprio l’impressione di scrivere con il dottor Spock.
Caro il mio vulcaniano, allora, proseguo presentandoti  altre possibilità, proprio come se dovessimo tradurre il tutto in una narrazione in cui si cerca di ottenere al massimo la “sospensione dell’incredulità”.
 E parto proprio dalle tue considerazioni.
“mmm.... delle macchine in vacanza? le macchine, per definizione, non dovrebbero avere gusti o bisogno di vacanze”
Guarda, sul tema io possiedo questo vecchio libro  
"Ingegneria della felicità" di Silvio Ceccato. In cui si cerca di descrivere i “meccanismi” della mente umana, cioè le sue rappresentazioni, associazioni e reazioni agli stimoli provenienti dall’esterno. 
Rimanendo nel campo della fantasia o del finora possibile, se pensiamo a dei robot o intelligenze artificiali tipo quella del terminator, per esempio (che nel film si limitava solo ad analizzare e rispondere a questi stimoli sensoriali con dei comportamenti logici o di guerriglia predefiniti nel suo database) è ovvio che la cosa non può farci credere in comportamenti quali “il gioco”, “l’amicizia”, “l’ammirare, l’amare o il desiderare qualcosa”, ma se già ci avviciniamo al cervello positronico dell’ “uomo bicentenario” (tanto per rimanere sui film più noti) il concetto di “macchina” diventa via via più complesso; tanto quanto le sue possibilità di sperimentare connessioni e rappresentazioni  della realtà.
Ciò che si spiega nel libro, in sostanza, è che anche un’emozione dolorosa o piacevole da noi provata risponde sempre a tutta una serie di “processi logici” che hanno a che fare con il nostro contenuto esperienziale. Mettiamo, allora, che una macchina molto ma molto complessa (tale da reggere il confronto con i nostri cento miliardi di neuroni) accumuli dati al punto da potersi dire davanti a un determinato evento: “no, questa cosa non mi piace. “Preferico”, “desidero”, “mi garantisce più opportunità questa soluzione”, ecc…
Capisci cosa voglio dire, Bob?
Riguardo al loro carattere sfuggente, invece; cioè sempre in riferimento a queste ipotetiche sonde o  “intelligenze”più o meno artificiali, mi vengono in mente altre alternative.
Potrebbero essere dislocate in un altro spazio-tempo. Cioè, appunto, essere viste ma in un tempo diverso (per questo, quindi, apparire inconcepibilmente rapide).
Potrebbero esser qui da sempre e quindi non aver mai viaggiato per raggiungerci, e noi una sorta di loro esperimento.
“allora sono programmi difettosi visto che ancora stanno qua come se fosse il primo giorno... “
Potrebbero non esserli  occorsi dei decenni o dei secoli  per studiarci, in realtà, anche se è ciò che appare dal nostro piano di osservazione (il tempo è relativo alla velocità)
Potrebbero essere squarci del nostro futuro.
“perchè non scendono? (a scendere e rapire, secondo i contattisti, sono creature biologiche)”
Potrebbero celarsi nella natura o in qualche altro modo mimetizzarsi; quindi “scendere” quando vogliono, muovendosi liberamente fra noi, senza mai influenzare significativamente il decorso del loro esperimento.  Oppure per una sorta di rispetto nei confronti del nostro percorso biologico e cognitivo che potrebbe irrimediabilmente venir interrotto o danneggiato dal loro palesarsi.
 se non sono in vacanza e sono solo voyeur... ma quanto sono scemi?”
Potrebbero apprezzare lo spettacolo del mondo, ma senza alcuna possibilità di iterazione perché la nostra dimensione può collimare solo in parte con la loro (un po’ come quando noi guardiamo le immagini bidimensionali di un video), come sosteneva Jung.
Potrebbero essere mossi,  agire con una logica a noi  del tutto incomprensibile.
Tutto quello che riguarda il contattismo e omini vari, poi, benché inquini pesantemente la credibilità del fenomeno, penso possa essere separato e considerato solo sotto il suo aspetto antropologico. Altrimenti dobbiamo pensare che tutti gli avvistamenti abbiano coinvolto solo pazzi e mistificatori. Pure che piloti e astronauti che ne hanno testimoniato si siano sempre lasciati ingannare da miraggi, strani effetti ottici prodotti da fenomeni naturali o detriti spaziali, mi pare strano; anche se non lo posso escludere, ovviamente.

Rubrus: mmm allora: premessa di metodo: stiamo attribuendo a degli alieni (i costruttori di macchine) comportamenti e pensieri umani se non altro perché noi siamo umani e quindi abbiamo bisogno di vacanze, relazioni sociali ecc. non è detto che per loro sia così. Dato che però non possiamo prescindere dalla premessa, adottiamola. 
Ciò detto. 
"Mettiamo, allora, che una macchina molto ma molto complessa (tale da reggere il confronto con i nostri cento miliardi di neuroni) accumuli dati al punto da potersi dire davanti a un determinato evento: “no, questa cosa non mi piace. “Preferisco”, “desidero”, “mi garantisce più opportunità questa soluzione”, ecc… "
Due obiezioni:
a) dubito che una macchina simile sia migliore di una macchina più "meccanica" quindi a che scopo costruirla? cioè se io devo "esplorare" (per esempio) mi serve tutto quello che è necessario allo scopo, ma non altro
b) ammettiamo che una macchina con tratti irrazionali sia migliore di una con tratti solo razionali e non si tratti, come potrebbe sembrare, di una involuzione, ma di una evoluzione (io continuo ad avere forti dubbi, ma li metto da parte) resta sempre da vedere quale funzione avrebbe questa macchina. La famosa teoria del gene egoista spiega il comportamento umano proprio così. La nostra funzione è perpetuare i nostri geni. Noi non siamo che macchine le cui azioni e i cui comportamenti sono dettati solo da tale scopo, anche se non ce ne rendiamo conto. Però questo fa venir meno ogni distinzione tra macchina ed essere biologico. Il che, nella tua ipotesi, vuol dire che i visitatori non sono "macchine" più di quanto lo siamo noi, se lo siamo.
“Potrebbero non esserli  occorsi dei decenni o dei secoli  per studiarci, in realtà, anche se è ciò che appare dal nostro piano di osservazione (il tempo è relativo alla velocità).”
 Sì, ma noi li osserviamo in questo. 
“Potrebbero essere squarci del nostro futuro.”
Allora non sono alieni, ma umani del futuro. 
“Potrebbero celarsi nella natura o in qualche altro modo mimetizzarsi; quindi “scendere” quando vogliono, muovendosi liberamente fra noi, senza mai influenzare significativamente il decorso del loro esperimento.  Oppure per una sorta di rispetto nei confronti del nostro percorso biologico e cognitivo che potrebbe irrimediabilmente venir interrotto o danneggiato dal loro palesarsi.”
Però li vediamo e addirittura ci sono stati casi di interazione, secondo alcuni. Allora, vogliono interagire o no? se sì, lo fanno malissimo, se no, lo fanno malissimo lo stesso.
“Potrebbero apprezzare lo spettacolo del mondo, ma senza alcuna possibilità di iterazione perché la nostra dimensione può collimare solo in parte con la loro (un po’ come quando noi guardiamo le immagini bidimensionali di un video), come sosteneva Jung.”
 Ripeto: però interagiscono.  E allora come spieghiamo questi "contatti?". 
“Potrebbero essere mossi,  agire con una logica a noi  del tutto incomprensibile.”
Certo, ma allora torniamo alla premessa di metodo iniziale che rende illogico e velleitario qualunque ragionamento. E allora non si può dire nulla. 
In realtà apparizioni di esseri di altri mondi ci sono sempre state: dei, demoni, angeli, creature del soprannaturale di ogni ordine e grado. Non è necessario scomodare gli alieni del pianeta X. Possiamo farlo o no. O il fenomeno ha una spiegazione squisitamente umana o fisica oppure devono coesistere più spiegazioni tra loro incompatibili, il che è estremamente improbabile. Perché i vulcaniani sì e i leprecauni no?  Nel'antichità piangevano le statue di Apollo, adesso quelle della madonna... o del dio Ganesh in India. Improbabile che non ci sia lo stesso fenomeno, alla base. 

FabioOkay, confesso: sono un boccalone e mi sono sempre lasciato tentare dal soprannaturale; ufo compresi. Qualche volta, anche quelli con gli omini.



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