Milano. Ore 23:50. Via Santo Spirito.
Un uomo svolta da Corso Venezia e imbocca la via.
Da lontano la vede. Proprio lei, pensa. Anche se i dettagli del volto sono ancora sfocati nell’ombra, riconosce quella pelliccia anacronistica. La stessa che appare nella foto ricevuta dal suo cliente.
La strada è deserta. Solo loro due, a passi lenti, immersi nella quiete artificiale della notte.
Lei rallenta. Ha fiuto per queste cose, un sesto senso affinato in secoli di caccia e sopravvivenza.
Ora sono vicini, non più di dieci metri li separano.
Non può essere lui… si dice la donna, con un brivido che le sfiora la nuca.
Non può essere. Quello è un personaggio dei fumetti.
Eppure la somiglianza è inquietante. Non solo il viso, ma i vestiti, le scarpe... ogni dettaglio combacia.
Decide di rischiare. Vuole sorprenderlo, ma anche togliersi il dubbio. Se sbaglia, poco male: ha sempre avuto talento nell’irretire gli uomini, procurarsi il cibo. E nessuno, proprio nessuno, le ha mai detto di no.
«Sei tu?! Quello che caccia i…»
«Sì.» la interrompe lui, cupo.
«Ma come?! Proprio qui?... A Milano?»
«Ci vivo da sempre.» Un sorriso appena accennato. «Quello che conosci è solo un adattamento.»
Lei aggrotta la fronte. «Hmmm… E com’è che dimostri sempre la stessa età da più di trent'anni? Quella che hai in tutte quelle storie?»
«Dovresti saperlo.» risponde Dylan.
Ma la donna non riesce ad accettarlo. È folle. Impossibile.
Eppure, più lo osserva, più il dubbio si insinua. Non è solo la somiglianza con il personaggio di carta.
C’è il pallore. L’azzurro chiarissimo degli occhi.
Si avvicina. Ora può sentire l’intenso profumo che impregna i suoi abiti.
Non riesce a coprire quell’odore…
Un lampo di comprensione la trafigge.
Sorride, ma è un sorriso teso. «Quindi… Anche tu, bello, hai bisogno di nasconderti?»
«Non abbastanza.» risponde lui.
Sorride, ma è un sorriso teso. «Quindi… Anche tu, bello, hai bisogno di nasconderti?»
«Non abbastanza.» risponde lui.
Si accende una sigaretta.
Il vento di Milano spazza via il fumo quasi subito.
Lei si stringe meglio nella pelliccia, le mani affondano nel morbido manto.
Il suo odore naturale è troppo forte, troppo riconoscibile. I più giovani
potrebbero non accorgersene, ma un predatore esperto, uno della sua specie o di quella antagonista, sì. Lo
sentirebbe a chilometri di distanza, forse.Ma non può essere davvero lui. E neppure quell'altra "cosa"... Smettila! Smettila di pensarci!
Il pelo di visone impregnato di muschio e fumo la dovrebbe proteggere. O almeno, così spera.
«E poi…» aggiunge lui, con calma. «Se io non dovessi esistere, allora neppure tu e i tuoi appetiti dovreste essere tanto reali. Non trovi?»
Il pelo di visone impregnato di muschio e fumo la dovrebbe proteggere. O almeno, così spera.
«E poi…» aggiunge lui, con calma. «Se io non dovessi esistere, allora neppure tu e i tuoi appetiti dovreste essere tanto reali. Non trovi?»
Si fissano per un attimo che pare interminabile.
Dylan si toglie la cicca già dimezzata e soffia una nuvola grigia; il capo inclinato e la sua aria da seduttore triste.
«... Be', come già sai, è il mio lavoro.» dice. «Non posso concederti altro tempo.»
Un ghigno svela i canini della donna. «Ah… Ma allora neanche tu sei davvero
vegetariano?!» ringhia.
Le basta un istante. Il viso muta, si allunga e la fronte ricopre di peli.
Ma non è abbastanza veloce.
Un BANG esplode e si stampa nell’aria, proprio come in una vignetta, spazzando via il silenzio della notte e conficcando un proiettile d'argento tra i suoi occhi spalancati.
Le basta un istante. Il viso muta, si allunga e la fronte ricopre di peli.
Ma non è abbastanza veloce.
Un BANG esplode e si stampa nell’aria, proprio come in una vignetta, spazzando via il silenzio della notte e conficcando un proiettile d'argento tra i suoi occhi spalancati.
Mentre il corpo crolla sulle ginocchia, lui soffia sulla canna della Bodeo e poi la rimette nella tasca interna della giacca.
Già!... Questa città non è come Londra. Pensa.
Come quella raccontata dallo scrittore che gli ha trasmesso il contagio, il “dono” della non morte, ma è abbastanza vecchia. Abbastanza sporca di storia. Abbastanza infestata. Soprattutto da quando la nebbia ha cominciato a nascondere di meno.
Butta via il mozzicone e si incammina.
Butta via il mozzicone e si incammina.
Finché posso passeggiare sotto i lampioni senza bruciare, rimanere occupato quanto basta per mantenere l'illusione di esistere, non invecchierò...
E gli altri mostri non avranno scampo.
Racconto di Fabio Cavagliano 2025
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