mercoledì 17 novembre 2021

Il monaco VR

“Dove vuoi andare?! Il cielo è grigio e tossico!... (inquadratura con scene di straordinario inquinamento e devastazione). Mettiti comodo! (inquadratura di un uomo che sprofonda nel letto indossando un visore).
I tuoi sogni sono anche i nostri sogni!... Tutto quello di cui hai bisogno è già nella tua mente...
Lascia fare a noi! Permettici di tirarlo fuori e offrirti l’esperienza migliore!… “

OloSpot pubblicitario di un non lontanissimo futuro.

Sono seduto su una poltrona, davanti a uno specchio che riflette per intero la mia figura e parte del tempio alle mie spalle.
Le sculture lignee di Shiva e Budda, enormi, lucide e scure, e guizzanti qua e là dei deboli riflessi creati dalla luce del fuoco. Le fiammelle delle due lampade a olio responsabili, appoggiate in piccoli vani scavati nella roccia, ed il mio corpo sono l’unica fonte di illuminazione.
Ho un aspetto quasi neutro, privo di dettagli anatomici.
Emano un chiarore azzurrino che mi avvolge come un' aura ed è pervaso da una miriade di particelle iridescenti che si muovono lentamente all’interno della mia figura.
Sono compenetrato dalla luce come il pulviscolo.
Mi tocco una guancia.
Le particelle della mano collidono con quelle del volto e una piccola scarica di luce più intensa e vibrante di attività cromatiche si produce.
I miei occhi sono bianchi e scintillanti allo stesso modo.
Alla mia sinistra c’è una grossa porta di legno che conduce allo strapiombo su cui è costruito il tempio, mentre alla mia destra è presente il maestro Laojin con la sua tunica arancione, calvizie totale, aria semplice e saggia.
Mi dice di stare seduto finché avrò ancora la sensazione tattile e della superficie su cui poggio; anche la più debole di queste “percezioni”, dice, non potrà permettermi di volare.
Spiega che un suono a bassa frequenza e che io non posso udire consapevolmente sta interferendo con l’attività bioelettrica del mio cervello per eliminarle.
M’invita, poi, a recitare un mantra, a ripeterlo con lui per parecchi minuti senza pensare ad alltro.
«Dove ti tovi?» mi chiede dopo.
«Nel tempio.» rispondo.
«Quanto?»
«A metà. Sento ancora il mio corpo fisico.» dico.
«Pure il visore e la fascia parietale?» insiste.
Tocco nei punti corrispondenti e, invece, scopro che la sensazione non corrisponde. I due oggetti sembrano spariti.
«No» dico. «Forse mi sbaglio… Sono quasi dentro. Che dici?»
Laojin si avvicina sorridente, allora, e mi appoggia una mano sul petto.
«Okay, la sento.» lo rassicuro.
«Bene!»
La porta alla mia sinistra si apre rivelando l’incredibile scenario montuoso e delle nubi che la luce solare filtra producendo disegni fantastici.
Vengo subito investito dall’aria fresca e frizzante.
Mi alzo lentamente.
«Buon divertimento!» dice Laojin e, rimanendo al suo posto, calmo, con un cenno della mano e del capo m’invita ad uscire.
Ho pochi passi da compiere; una mezza luna di terreno e di roccia, lunga non più di quattro o cinque metri nel suo punto più ampio. Mi volto a guardare la parete esterna del tempio, scavata e scolpita nella montagna, l’interno con il maestro che mi esorta ancora a procedere.
«Non avere paura!» mi dice. Sento la sua voce nella mia mente.
Torno, allora, a guardare e raggiungere piano piano il limite dello strapiombo, l’abisso aereo che mi separa dalle altre montagne che ho di fronte. In mezzo ci sono le nuvole, ma sono tanto in alto pure rispetto ad esse.
Sento che non ho più bisogno di niente e di nessuno.
Sono in pace con me stesso.
Non ho preoccupazioni.
Il mantra ipnotico mi ha fatto dimenticare pure chi sono.
Poi mi lancio e scordo pure “cosa” sono, e comincio a volare, esplorare il paesaggio come un rapace.
Anche per avere una visione più ampia, per sentirmi libero, devo essere illuso.






Gli orrori del possibile
Fabio Cavagliano 2020 “il monaco vr”

2 commenti:

  1. Finale terrificante di un racconto che, secondo me, potrebbe prestare vari elementi e materiali per una narrazione più corposa, avvincente e articolata. L'OloSpot è di un "non lontanissimo futuro" perché la sua essenza, il suo contenuto, è già applicabile al nostro presente: è l'anima della nostra società online.

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    1. Sono indeciso, in effetti, …se ampliare la cosa in un altro scritto o continuare a viverla . Puahahahahahah!!!
      Grazie del passaggio, Ciussè.

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