La solitudine aveva preso una brutta piega per Isabella, arrivata nubile alla soglia dei quarant’anni.
Interminabili sequenze di circuiti stampati da testare alla fabbrica di componenti elettronici e poi ancora lì, sfinita, nel suo colorato e piccolo monolocale.
Dove l’attendeva quel libro...
-Questa sera accompagnamo l’esperimento con una melodia di Schubert…- pensò, Neanche le andava di cenare.
Una silfide con ali di farfalla sembrava fissarla da uno scenario fantasy appeso alla parete.
-…Magari gli angeli lo preferiscono.-
Inserì il cd musicale, poi soffiò su un paio di candele e con il debole lume di una terza cominciò a rileggere.
-Dopo aver abbassato o, meglio ancora, spento del tutto le luci, chiudete gli occhi e fra quei puntini che si agitano come pulviscolo nel buio cercate di visualizzarne uno rosso.- spiegava il testo.
Di solito questo accadeva facilmente, perché l’interno della palpebra era proprio di quel colore, tuttavia lei era daltonica; per cui si mise alla ricerca di quello che doveva essere il grigio corrispondente.
-Eccolo!-
-Dopodiché…- continuava l’imbarazzante sintassi con cui erano redatte quelle idiozie, e Isabella riaprì un attimo gli occhi perché non era sicura di ricordare bene, -…cercate di espanderlo fino a farlo diventare un bel cerchietto…-
-Beninteso, un cerchietto interamente rosso; non soltanto nella sua linea di contorno.- si specificava.
Ma qui tutto subiva un arresto e i puntini si ostinavano a rimanere soltanto dei puntini.
-Un cerchietto rosso…- pensò -…Un maledetto e semplicissimo cerchietto rosso! Perché non ce la faccio?-
-Forse è l’impazienza, la rabbia. Devo assumere un altro atteggiamento, avere fede.-
-Forse la mia percezione del rosso non piace agli esseri multidimensionali che viaggiano in astrale…-
-Forse…-
Forse, forse, forse.
Mille perplessità. I passaggi successivi, comunque, avrebbero dovuto portare alla comparsa del proprio spirito guida o qualcosa di simile; poiché c’era anche l’eventualità di non ben definite entità aliene.
Rilesse con attenzione ancora una decina di righe, di quelle che più gli piacevano e che riguardavano proprio la fase che non riusciva mai a raggiungere, e chiuse il libro.
-Sentiamo cosa ne pensa Venanzio…- si decise.
Venanzio era una specie di messia del web che frequentava una comunity di ufologia ed esoterismo a cui si era iscritta da poco più di un anno; un tipo che le dava l’ impressione di saperla lunga, di scandagliare a fondo l’animo umano.
-Magari lo trovo on line e attraverso la chat mi faccio dare qualche consiglio.-
Venanzio era presente. Venanzio, invero, era sempre presente. Vide l’immaginetta del suo avatar con accanto il pallino della chat attivo.
L’immaginetta rappresentava un mezzobusto di Cristo con la maglia gialla dell’ Enterprise. Sotto c’era scritto: Superstizione e il nome che gl’ ignoranti danno alla loro ignoranza; una frase presa a prestito da un film, per rappresentare la sua filosofia.
-Ciao Venanzio, sono Isabella. Ricordi?-
Lui non aveva mai difficoltà a ricordare. Aveva due computer e due monitor davanti a sé, la verità in tasca e una montagna di gustose polpettine di sapienza copia e incolla da elargire a ogni connessione.
-Sì, ricordo. Ho letto un tuo articolo apparso su questo blog qualche settimana fa…- rispose.
Poi fece una veloce ricerca e controllò anche nel suo schedario cartaceo le stampe dei dialoghi che teneva in chat per poi dare l’ impressione di avere una memoria prodigiosa.
-…E’ da un po’ che non ci sentiamo!- scrisse.
-Ti è piaciuto il mio articolo?- chiese poi Isabella.
-Mi ha in qualche modo suggestionato. Anche se mi è parso qualcosa di non facile assimilazione; soprattutto perché l’hai spezzato con un’ incredibile quantità d’immagini apparentemente scollegate.-
In realtà lo erano; scollegatissime, di una dissociazione ad alti livelli, quasi sconfinante nella schizofrenia, e servivano più che altro a supplire alla mancanza d’ idee.
-Sì….- rispose. -… Capisco che possano apparire un po’ strane le mie composizioni, ma a livello inconscio creano delle associazioni che in teoria dovrebbero legarsi al testo. Cerco di procurare uno smottamento dell’anima, capisci?-
-No, ma lo apprezzo comunque a livello concettuale. Soprattutto se si rivelerà veramente utile a far uscire qualcuno dall’apatia e dal torpore intellettuale di questi tempi.-
-Io ci conto. Stiamo a due passi da una nuova era e, prima o poi, la gente dovrà svegliarsi!- scrisse Isabella.
- Speriamo, cara.-
-Comunque il tema del mio scritto era l’incomunicabilità di certe esperienze.-
-Allora è riuscitissimo. In ogni caso suggerisco di accorciare i titoli di queste tue pubblicazioni. Quella di cui stiamo parlando adesso, per esempio: “Quando i figli di Caino s’ inchiappetteranno sotto le esangui lune imbizzarrite di Giove i nostri fratelli cosmici torneranno a sorridere” Ecco,… Mi pare un tantino ridondante.
-Sì, forse non è una cattiva idea…- rispose Isabella. -…Dopo la modifico. Magari tolgo “esangui”-
-Anche “inbizzarrite”, direi, ma è solo una questione di gusti. Non te la prendere.-
-Non preoccuparti. Le critiche mi vanno bene, se sono costruttive.-
“inchiappetterano” passava per tutti e due, senza problemi.
-Io non vendo fumo, cara; Cerco sempre d’ indicare la via che mena alla purificazione.-
Purtroppo non c’era ironia in questo.
-Comunque adesso ho un problema, Venanzio (smile imbronciato) e, considerata la tua grande esperienza, pensavo di chiederti aiuto.-
-Esponi il tuo problema, cara. Vediamo cosa posso fare.-
-Ho fatto degli esercizi di meditazione per visualizzare gli angeli e non funzionano. L’ultimo consisteva nel creare mentalmente l’immagine di un cerchio rosso a occhi chiusi.-
-Prova col verde. E’ un colore più “facile”. Al posto del cerchietto, poi, va bene anche una stella di Davide. Oltretutto protegge dai demoni.-
-Sono daltonica.-
-Va bene anche bianca o azzurra, allora; fidati!-
-Nel caso non dovesse funzionare?-
-Può voler dire molte cose… che non sei ancora pronta per viaggiare in astrale, nel migliore dei casi.-
-E nel peggiore?- chiese Isabella.
Ci fu una pausa un po’ lunghetta nel dare la risposta.
- Potresti essere sotto l’effetto di qualcosa di negativo. L’hai fatto il reptiltest?-
- No. Perché? Di cosa si tratta? Quasi mi metti paura.-
Venanzio sorrise; perché era sì scemo, ma non così tanto da non capire quando coi suoi stessi pensieri si stava avvicinando alla demenza.
- lo trovi nella sezione “psicologia del contatto”; permette di capire se hai dei rettiliani* nella tua progenie o sei tu stessa un rettiliano/inconsapevole. In tal caso, cara, sono grossi guai e non c’è proprio niente che ti possa aiutare; men che meno a visualizzare esseri di luce.-
-Dopo lo faccio.-
-Fammi sapere.-
-Comunque mi sembra davvero improbabile qualsiasi mio legame con quegli esseri…- proseguì a digitare Isabella. -… che, di solito, sono facoltosi e occupano posizioni di potere.-
In effetti lei era appena capace di vivere e padrona solo dell’aria che respirava; almeno, finché non avrebbero tassato anche quella.
-No so, cara. Ho poche informazioni su di te. Prova a fare il test; è molto accurato, attendibile.-
Poi Venanzio non riuscì a trattenere la curiosità.
-Senti, ma cos’è quell’affare che vedo nel tuo avatar?…- chiese. -… L’hai cambiato? Se ben ricordo, in quello che avevi prima c’era la foto di un cagnolino.-
-E’ un capezzolo, circondato da un tatuaggio. Il mio.-
-? Curioso, direi.-
-C’è dietro tutto un discorso… Presto scriverò un articolo a riguardo. Vuoi una piccola anteprima?-
-Parliamone. Ce l’hai un account su Skype?-
-Sì.-
-Perchè non mi mandi l’amicizia, allora? Almeno ci vediamo. Visto che la conversazione comincia a farsi lunga, preferirei proseguire a voce. Okay? Cercami adesso! Sono registrato con lo stesso nick.-
-Potresti rimanere deluso dal mio aspetto.- scrisse Isabella.
-Io vado oltre le apparenze. Passo a Skype e resto in attesa, cara.-
La richiesta di amicizia venne inoltrata e accettata a tempo di record, e Isabella vide comparire sullo schermo il suo corpulento interlocutore.
Un tipo pelato, con un pizzetto scuro e appuntito, dallo sguardo mefistofelico. Anche a non voler essere superficiali, pareva lontano anni luce dal messaggio cristiano, mussulmano, buddista, induista o di qualsiasi altra religione ispirata a un dio benevolo.
-Eccoci qua!- disse Isabella, coprendosi timidamente la bocca con le dita nodose e scheletriche.
-Non ti vedo!…- rispose Venanzio.
In realtà la vedeva benissimo, ma non c’era carne da mettere sul fuoco; in tutti i sensi, soprattutto in quello della sua laida fantasia.
-…Ci dev’essere un problema. Magari non hai attivato l’icona del segnale video.-
-No. E’ attiva.- rispose Isabella.
-Riesco solo a sentirti; non so che dire, cara.-
-Ammazza quanto è brutta!…- pensò poi. -…Se è una rettiliana neanche ha speso tanta energia per nasconderlo.-
-Eppure io ti vedo e ti sento. Non credo che ci possano essere dei problemi alla connessione.-
-Adesso và e viene pure l’audio, invece.- disse Venanzio. -…Colgo solo intermittenze di significati in quello che dici… Sarà il temporale. Bho?!… Qui da me sta tuonando forte, del resto. Non so se riesci a sentire…-
In effetti, non si udiva alcun boato o scroscio temporalesco di sottofondo.
-…Probabilmente no, perchè ho le finestre coi doppi vetri. Comunque, le scariche dei fulmini sono così forti e frequenti che temo, come spesso accade, dal momento che ho un impianto difettoso, possa andar via la…-
Il dialogo su Skype terminò all’improvviso, e Isabella vide sparire anche il pallino della chat del suo “amico”, che comunque aveva tante altri nick e identità segrete con cui proseguire indisturbato a occuparsi delle sue scemenze.
-Riproviamo più tardi!…- pensò. -…Il caso vuole che, da qualche parte, anche il maltempo si metta a ostacolarmi.-
“Come evocare angeli e demoni”**, riportava a raggianti caratteri cubitali la copertina del libro.
Strano connubio d’intenti.
Tornò a guardarlo, ma non lo riprese in mano; soltanto perché attratta dalla nuova opportunità rivelatrice offerta dal reptiltest.
* quella dei rettiliani è una mitologia paronoide che da tempo circola nel web, secondo la quale la Terra sarebbe occupata da strane creature aliene (tipo i Visitor) in grado di assumere fattezze umane.
Creature che sarebbero ai vertici dell’economia e della politica di diverse nazioni. Una specie di ordine occulto, insomma, di tipo massonico; il cui unico scopo, pare, sia quello di rubarci l’anima.
Ideatore della teoria è un certo David Icke, ex giornalista sportivo inglese venuto a conoscenza di questa “realtà” attraverso una visione mistica.
** Evocare demoni, in realtà, è l’unico autentico prodigio garantito dal titolo; perchè con essi è certamente più facile avere dei contatti, ovunque e in qualsiasi momento, senza cerchietti e con molta ma molta meno immaginazione.
Incontri con l'ignoto (2012)
Racconto di Fabio Cavagliano
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