domenica 22 gennaio 2023

IA

 


Racconto di Rubrus

«Perché?» chiese Lazarus Kurtz, avvocato. Era una domanda insolita, ma tutto il caso era insolito, perciò…
«Sono un disinventore» ripose l’uomo ammanettato «e vengo dal futuro. Un probabile futuro. La prego, non mi deluda. Non imposti la difesa sull’infermità mentale».
Kurtz sbuffò «Signor...» guardò il nome sulla carpetta «...Goodchild. Questo è solo un colloquio preliminare, anche se coperto dal segreto professionale. Non ho ancora deciso se assumere la sua difesa. E comunque non punterei tutto sulla sanità mentale. Ma andiamo con ordine. Che cos’è un “disinventore?”».
«Lo dice la parola. Uno che impedisce invenzioni o scoperte pericolose».
«Mi lasci indovinare: lei è venuto dal futuro per distruggere un’invenzione pericolosa».
«Un probabile futuro».
«Già» borbottò Kurtz «ma perché distruggere un programma informatico e non… che ne so… la bomba atomica».
«Lei sa che cos’è ChatGPT?».
«Un’intelligenza artificiale in grado creare testi» ripose Kurtz.
Goodchild annuì «Lei chiede a ChatGPT di creare un testo, lui cerca in rete e, in pochi secondi, compone uno scritto in grado di superare il test di Turing a un livello corrispondente a un bambino di cinque anni».
Kurtz sfogliò il fascicolo «Qui risulta che lei ha inserito in rete un virus altamente specializzato che ha reso ChatGPT inutilizzabile. Ha compresso anche i codici sorgente. Forse irrimediabilmente».
«Rozzo, ma esatto».
«Ma perché distruggere un programma open source che chiunque può scaricare e utilizzare gratuitamente?» insistette l’avvocato.
«Lei sa che GPTChat è in grado di scrivere favole per bambini?» chiese Goodchild «Chiedi che dentro la favola ci siano… che so… un opussum e un fungo (io ho fatto così) e, in pochi secondi, eccola. Qualcosa che, fino a quel momento, non esisteva... perché ridacchia?».
«Mia moglie scrive favole per bambini e tiene un corso di scrittura creativa. Forse dovrei rifiutare l’incarico».
Goodchild si appoggiò allo schienale della sedia. Le manette tintinnarono. «Non sono venuto dal futuro per salvare la carriera di scrittori, insegnanti e giornalisti».
«E allora perché?».
«La natura ha impiegato miliardi di anni per creare esseri intelligenti come un bambino di cinque anni. Noi poche centinaia di migliaia di anni. E il progresso tecnologico procede a velocità esponenziale. Oggi ChatGPT scrive favole. Domani...».
«Diventerà autocosciente e lancerà i missili nucleari?».
«No, avvocato, niente scenari alla “Terminator”. “La macchina del tempo” di Wells, piuttosto».
«Esseri umani rimbecilliti cannibalizzati da altri esseri umani simili a bestie?».
«Niente cannibalismo, ma… le macchine servono ad evitare la fatica, pensare è faticoso, quindi, se una macchina pensa al posto tuo...».
«Un sillogismo della prima figura» lo interruppe Kurtz. Non proprio, ma non era il caso di sottilizzare: il discorso aveva preso una piega che non gli piaceva.
Goodchild, però, non perse il filo. «Non è neanche necessario che ChatGPT diventi autocosciente… anche se accadrà, una volta installata nei computer quantistici. A proposito: è grazie ad essi che sono qui. A livello quantistico il viaggio nel tempo è possibile e… ma non divaghiamo. Sul serio non invocherà l’infermità mentale?».
«Ci sono argomenti migliori. Tanto per cominciare, lei non esiste. Non c’è nulla che la riguardi che risalga a prima del 2019. Solo documenti digitali, tutti falsi. La notifica dell’imputazione, quindi, è nulla».
Goodchild sorrise «Lei mi sta dicendo che io non esisto perché non esisto virtualmente. Eppure sono qui davanti a lei. Ci sarebbe da chiedersi chi dei due è il pazzo».
«Lasci che sia io a predirle il futuro» disse l’avvocato. «È molto probabile che il processo sia lungo e complicato. Ma è altrettanto probabile che lei venga condannato, anche se farò il possibile perché la pena non sia troppo dura e anche se lei non mi sembra preoccupato».
«No, non lo sono» disse Goodchild. «È la scoperta della ruota che mi dà da pensare. E dell’agricoltura. Del fuoco».
Kurtz sogghignò. «Vuole andare indietro nel tempo un’altra volta?».
Goodchild scosse la testa. «Lei sa chi ha inventato la ruota? No. Nessuno lo sa. È accaduto più volte, in tempi e luoghi diversi, ma è sempre stata inventata. E così l’agricoltura. E il fuoco? Non siamo stati neanche noi sapiens, ma gli homo erectus».
Kurtz smise di sorridere. Mentre Goodchild descriveva un’umanità istupidita gli era venuto in mente un film: “Idiocracy”. Ora toccava a una frase di un “Terminator”: “Distruggervi è nella vostra natura”.
«Forse una IA come ChatGPT verrà riscoperta tra pochi anni, o da un’altra parte. O magari qualcosa di simile, o peggio» disse Goodchild. «Forse ha ragione lei: sono davvero un pazzo e tutto è inutile. Me lo chiedevo prima di viaggiare indietro nel tempo e me lo chiedo anche ora. La domanda che mi ha fatto all’inizio è giusta». Si allungò verso Kurtz come se volesse appoggiare le mani su quelle dell’avvocato. Le manette tintinnarono di nuovo. «Perché?».









Rubrus "Intelligenze"  (2023)

2 commenti:

  1. Ripensando ai temi ben espressi dal racconto, rileggevo in questi giorni la grande profezia di Henry Miller in "Domenica dopo la guerra", scritta nel dopoguerra:

    "In poche centinaia di anni o meno i libri saranno un ricordo del passato. C'è stato un tempo in cui i poeti comunicavano con il mondo senza il supporto della stampa; verrà il tempo in cui comunicheranno silenziosamente, non solo come poeti, ma come veggenti. Ciò che abbiamo trascurato, nella nostra frenesia di inventare modi e mezzi di comunicazione più abbaglianti, è comunicare. L'artista si trascina con strumenti grezzi. È solo una tacca sopra il suo predecessore, l'uomo delle caverne. Anche l'arte cinematografica, che richiede l'intervento di veri e propri eserciti di tecnici, ci offre solo giochi di ombre, vecchi quasi quanto l'uomo stesso.
    No, il progresso non verrà attraverso l'aiuto di dispositivi meccanici più sottili, né verrà attraverso la diffusione dell'educazione. Lo sviluppo evolutivo arriverà sotto forma di una svolta. Saranno stabilite nuove forme di comunicazione. Nuove forme presuppongono nuovi desideri. Il grande desiderio del mondo oggi è spezzare i legami che ci rinchiudono. Non è ancora un desiderio cosciente. Gli uomini non si rendono ancora conto per cosa stanno combattendo. Questo è l'inizio di una lunga lotta, una lotta dall'interno verso l'esterno. Può darsi che la presente guerra venga combattuta interamente nell'oscurità. Può darsi che la rivoluzione
    che ne seguirà ci avvolgerà in un'oscurità ancora più grande. Ma anche nella notte più nera sarà una gioia e un vantaggio sapere che stiamo toccando le mani in tutto il mondo. Non è mai successo prima. Possiamo toccare, parlare e pregare nell'oscurità totale. E possiamo aspettare l'alba, non importa per quanto tempo, purché aspettiamo tutti insieme."

    Un lotta dall'interno verso l'esterno: comunicare, creare, costruire
    L'essere umano non può fare a meno di questi tre verbi
    Il contrario è il male che attraversa la realtà contaminandola, zombificandola, ignorantizzandola...
    Il problema vero, come avviene nei racconti di Lovecraft e nel film di Carpenter è RICONOSCERE QUEL MALE in tempo...i personaggi di HPL non ce la fanno mai, qualcuno dei film di Carpenter ce la fa...

    vedremo come andrà ma ho fede in un fatto inestinguibile: l'essere umano DEVE comunicare...e se gli riesce anche creare e costruire...

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    1. no in gioco dinamiche ben più vaste di quelle che riguardano il mondo della scrittura o anche dell'arte in generale. A mio parere stiamo parlando della nostra stessa esistenza come specie e l'argomento è, semplicemente, troppo grande. Volendo tuttavia limitare il discorso al mondo della scrittura, al momento questa AI è in grado di comporre storie semplici... ma anche poesie e testi di canzoni. E' comparsa la notizia che un fan (non so fino a che punto fan...) di Nick Cave abbia inviato al cantante un testo di una canzone composta da una AI e che imita lo stesso Cave. Il cantante ha reagito in malo modo dicendo che l'ispirazione gli è venuta dalla morte di due figli e che una macchina non può provare quel dolore. Vero. Ma se può simularlo e se il fruitore non se ne accorge, che senso ha il lavoro, o la stessa esistenza dell'artista? Forse in un prossimo futuro avremo in tasca o in testa una AI cui chiederemo "raccontaci una storia" secondo la nostra esigenza del momento. Quella lo farà in tre - quattro minuti e gli potremo chiedere di modificarla secondo un ghiribizzo passeggero. Dal momento che le AI imparano in fretta (molto più in fretta di noi), in poco tempo i testi diverranno sempre più complessi e simili a quelli umani. E allora?

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