Parlano, parlano. Alcuni mantengono con pacato stupore la calma, altri cominciano a perderla.
« È come una cazzo di bambola?...» impreca Markus, rivolto all’esperto di chimica.
«Già! Niente meccanismi o strutture interne. Soltanto gomma. È un blocco compattissimo di fottuta gomma che continua a riconfigurarsi per ottenere il movimento.»
«Ma parla, ragiona… Come riesce a farlo, a emettere dei suoni?» chiede Johannes il neurobiologo.
La ragazza li osserva dietro a un vetro infrangibile e con un enigmatico sorriso da Monnalisa, senza poter udire nulla ma prevedendone lo stesso azioni e ragionamenti.
«Non lo sappiamo. Queste sono le radiografie, vedi?! Neppure ha delle cavità, a parte i due buchini delle narici che sono profondi poco più di un centimetro. La spiegazione più sensata è che qualcosa di esterno e collegato stia manipolando la materia di cui è fatta per darci l’illusione che sia “viva”.»
«Ma perché ha questo aspetto assurdo da giocattolo o b-movie?» chiede interdetta e divertita Smith, la psichiatra.
Alcuni dei militari di alto grado e altre forze dell’ordine che si erano occupate di gestire le operazioni di evacuamento del Miami Bayside Mall sono presenti e così interviene subito Forrester, il capo della polizia.
«Abbiamo trovato dei pupazzetti identici su alcuni scaffali del centro commerciale. Forse le entità coinvolte hanno preso spunto da quelli per assumere una forma.»
«Dice di venire dalla stella Sirio…» commenta Whopert, l’astronomo.
«Cioè, ehmmm… Proprio dal suo nucleo.»
«Impossibile!» dice Smith. «Ci sta prendendo in giro. Lo sento, ma non chiedetemi altro perché non riesco a decifrarla. Ho tentato anche con dei tranelli verbali e logici, ma non entra mai in contraddizione.»
La fissano nuovamente.
Sta seduta su uno sgabello, di fronte a loro. Composta, con le gambe accavallate e le braccia conserte… E quel mezzo sorriso.
La pelle verde e azzurrognoli, orribili e liquidi occhi da insetto sfaccettati.
«Quindi, ricapitolando:» prosegue il generale Markus.
«la sera del trentuno dicembre questa “cosa” è apparsa all’interno di un centro commerciale attraverso una piccola esplosione o “portale”. La gente presente all’interno dei locali rimasti aperti in occasione della festività ha cominciato a fuggire terrorizzata poiché, oltre ad essa, altre creature simili a ombre hanno invaso la zona…» tossisce. «Poi, …poi siete arrivati voi.» indica Forrester «con le vostre cinquanta pattuglie.»
«Esatto. Siamo stati i primi a vederla e recuperarla.»
«Le “ombre”, invece, si sono presto dileguate; non hanno lasciato traccia, a parte il panico e la confusione generati?» continua Markus.
«Esatto. Sono svanite. Abbiamo perlustrato tutta la zona. Rimangono solo le testimonianze di alcune persone e qualche loro video presente sui social che, grazie a Dio, paiono parecchio sconclusionati come se fossero dei fake.»
«E dopo sono intervenuti i federali e una task force speciale con cui è stata presa e portata qui.»
«Esatto.» ripete Forrester. «Non ha opposto alcuna resistenza.»
Markus sbuffa.
«Dieci giorni, ragazzi!...» dice. «Dopo dieci giorni ancora non abbiamo idea di come gestire questo diavolo di mistero.»
«Sì, io credo che sia proprio opera di quello…» commenta la Smith. «Consultate un esorcista!»
Whopert interviene.
«Mi ha detto che non ha avuto alcun bisogno di compiere distanze siderali per raggiungerci, poiché per essa lo spazio e il tempo lineare non esistono come barriera o impedimento.»
«Come aggirano il problema? Qualcuno di voi cervelloni lo ha inteso?» chiede Markus.
«Non lo “aggirano”. Dice di non sfruttare alcuna tecnologia o strumento fisico.» risponde Whopert. «Semplicemente si tratta di una facoltà posseduta dalla sua coscienza. Almeno, questo è quanto mi ha voluto rivelare.»
«Disponibilissima a collaborare, comunque.» commenta uno dei responsabili addetto alle analisi chimiche. «Ci ha permesso di asportargli un dito e pezzetti dell’addome per verificarne la composizione.»
«Sì sì, lo so.» risponde Markus « È la stessa cazzo di gomma con cui sono fabbricati i pupazzetti in vendita.»
«Be’!...Dato che siamo tutti qui, la interroghiamo assieme?» suggerisce Smith.
«Okay. Riattivate i microfoni!» ordina Markus.
«Ciao cara!» comincia Patricia Smith.
«Vorremmo farti alcune domande. Sperando, naturalmente, di ottenere qualche informazione in più sul tuo conto e quello dei tuoi amici...»
La donna di gomma fa un cenno con la mano per invitarli a esporre il primo quesito.
«… I tuoi amici “ombra”.» prosegue Smith.
«Loro sono altri visitatori che hanno approfittato del mio varco nello spaziotempo. Mi hanno chiesto un passaggio per farsi due risate, una vacanza.»
«Già!... Hai detto, qui, all’amico Charles Whopert, che vieni da Sirio… Giusto?»
«Sono l’intera energia di Sirio, quella catturata ed espressa attraverso una di quelle che voi definite “sfere di Dyson”.» risponde l’aliena.
«Come hai raggiunto il centro commerciale?»
«L’ho raggiunto attraverso un trasferimento energetico o comunicazione particellare; ciò che voi definite entanglement quantistico. Questa mia traslazione energetica e strutturale può avvenire anche a distanze inconcepibili per la vostra mente.»
«Come riesci a muovere quel fantoccio?» Smith la indica.
«…Voglio dire: non ha ossa, muscoli o meccanismi di alcun tipo al suo interno. Neppure potrebbe stare in piedi o articolare un movimento.»
La cosa o simil donna ride.
«Se mantengo stabile e in un certo stato il campo elettromagnetico che mi avvolge, posso ricombinare all’istante la forma e disposizione degli elementi che ho raccolto.»
«Raccolto?» chiede Holland, il chimico.
«Sì, quelli distribuiti nello spazio in cui mi trovo. Potrei anche replicare la vostra anatomia in modo perfetto, ma così è più divertente… Uno sfoggio del mio potere.»
«Cosa ti diverte?» bercia Markus. «Che, magari, me la faccio anch’io una bella risata.»
«Che avete la pretesa di potermi nascondere o trattenere qui, soprattutto. E la vostra ricerca di spiegazioni... Anche quella è piuttosto inappropriata.»
«E allora,» riprende seccato Markus «Cosa ci suggerisci di fare e quale sarà il tuo prossimo passo?»
«Be’, visto che sono così abile e superiore girerò il mondo. Voglio stare un po' fra la gente per testarne le facoltà cognitive. Voglio avere un’idea esatta di quanto siete imbecilli qua, sul vostro bel sassolino.»
«Hmmm… Simpatica!» commenta Whopert.
L’aliena alza il pollice in segno di approvazione e sperando di appagarlo abbastanza.
«Grazie!» risponde poi. «… Ho cercato da tempo di farlo in maniera indiretta, ma trovarmi faccia a faccia con voi e tutta un’altra storia: mi offre maggiori opportunità di comprendere. Considerate, quindi, questo mio tour o nuova attività come un esame.»
«Lo sai, no, quanto caos potrebbe generare la tua presenza là fuori?» si lamenta Markus.
«Ooooh!...» risponde la donna di gomma. «La gente è così travolta da cretinate, cambiamenti repentini e novità che neppure riuscirà davvero a stupirsi della mia esistenza. Ci faranno presto l’abitudine, come nel racconto di Ennio Flaiano. Conoscete?!... Neppure riusciranno a capire chi o cosa stanno osservando, poi, e questo li renderà ancora più propensi alla beota indifferenza.»
«Quindi,» dice preoccupato Whopert. «il tuo potenziale è nell’energia di una stella. Sei come un’apocalisse mobile, qualcosa che potrebbe disintegrarci da un momento all'altro?»
La donna di gomma alza di nuovo il pollice.
«Ben arguito!» risponde. «Ma non preoccupatevi!... Non son qui per offrirvi sventure o più male di quanto già vi state facendo. Voglio condividere soprattutto la mia ilarità, darvi quella leggerezza o futilità di cui non siete mai sazi. Guardatemi sui vostri dispositivi nei prossimi giorni, quindi, seguendo tutte le notizie che verranno trasmesse…»
Indica lo smartphone lasciato da uno dei presenti su un banco. «E non dimenticate di mettere un “mi piace”!»
«Vorremmo farti alcune domande. Sperando, naturalmente, di ottenere qualche informazione in più sul tuo conto e quello dei tuoi amici...»
La donna di gomma fa un cenno con la mano per invitarli a esporre il primo quesito.
«… I tuoi amici “ombra”.» prosegue Smith.
«Loro sono altri visitatori che hanno approfittato del mio varco nello spaziotempo. Mi hanno chiesto un passaggio per farsi due risate, una vacanza.»
«Già!... Hai detto, qui, all’amico Charles Whopert, che vieni da Sirio… Giusto?»
«Sono l’intera energia di Sirio, quella catturata ed espressa attraverso una di quelle che voi definite “sfere di Dyson”.» risponde l’aliena.
«Come hai raggiunto il centro commerciale?»
«L’ho raggiunto attraverso un trasferimento energetico o comunicazione particellare; ciò che voi definite entanglement quantistico. Questa mia traslazione energetica e strutturale può avvenire anche a distanze inconcepibili per la vostra mente.»
«Come riesci a muovere quel fantoccio?» Smith la indica.
«…Voglio dire: non ha ossa, muscoli o meccanismi di alcun tipo al suo interno. Neppure potrebbe stare in piedi o articolare un movimento.»
La cosa o simil donna ride.
«Se mantengo stabile e in un certo stato il campo elettromagnetico che mi avvolge, posso ricombinare all’istante la forma e disposizione degli elementi che ho raccolto.»
«Raccolto?» chiede Holland, il chimico.
«Sì, quelli distribuiti nello spazio in cui mi trovo. Potrei anche replicare la vostra anatomia in modo perfetto, ma così è più divertente… Uno sfoggio del mio potere.»
«Cosa ti diverte?» bercia Markus. «Che, magari, me la faccio anch’io una bella risata.»
«Che avete la pretesa di potermi nascondere o trattenere qui, soprattutto. E la vostra ricerca di spiegazioni... Anche quella è piuttosto inappropriata.»
«E allora,» riprende seccato Markus «Cosa ci suggerisci di fare e quale sarà il tuo prossimo passo?»
«Be’, visto che sono così abile e superiore girerò il mondo. Voglio stare un po' fra la gente per testarne le facoltà cognitive. Voglio avere un’idea esatta di quanto siete imbecilli qua, sul vostro bel sassolino.»
«Hmmm… Simpatica!» commenta Whopert.
L’aliena alza il pollice in segno di approvazione e sperando di appagarlo abbastanza.
«Grazie!» risponde poi. «… Ho cercato da tempo di farlo in maniera indiretta, ma trovarmi faccia a faccia con voi e tutta un’altra storia: mi offre maggiori opportunità di comprendere. Considerate, quindi, questo mio tour o nuova attività come un esame.»
«Lo sai, no, quanto caos potrebbe generare la tua presenza là fuori?» si lamenta Markus.
«Ooooh!...» risponde la donna di gomma. «La gente è così travolta da cretinate, cambiamenti repentini e novità che neppure riuscirà davvero a stupirsi della mia esistenza. Ci faranno presto l’abitudine, come nel racconto di Ennio Flaiano. Conoscete?!... Neppure riusciranno a capire chi o cosa stanno osservando, poi, e questo li renderà ancora più propensi alla beota indifferenza.»
«Quindi,» dice preoccupato Whopert. «il tuo potenziale è nell’energia di una stella. Sei come un’apocalisse mobile, qualcosa che potrebbe disintegrarci da un momento all'altro?»
La donna di gomma alza di nuovo il pollice.
«Ben arguito!» risponde. «Ma non preoccupatevi!... Non son qui per offrirvi sventure o più male di quanto già vi state facendo. Voglio condividere soprattutto la mia ilarità, darvi quella leggerezza o futilità di cui non siete mai sazi. Guardatemi sui vostri dispositivi nei prossimi giorni, quindi, seguendo tutte le notizie che verranno trasmesse…»
Indica lo smartphone lasciato da uno dei presenti su un banco. «E non dimenticate di mettere un “mi piace”!»
Fabio Cavagliano (2024)
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