Il Lo Cascio stese le mani verso il fuoco che bruciava nel bidone di ferro, le ritirò, le stropicciò, poi le allungò ancora.
Quel calore, nell’umidità del tardo pomeriggio, gli restituiva una sensazione che credeva di aver dimenticato. Un ricordo di quanto era più giovane, le notti erano più fredde e il riscaldamento, nella vecchia casa giù al paese, era la stufa economica della cucina. Venanzio, davanti a lui, fece lo stesso, sporgendosi quanto l’enorme pancia gli consentiva. Aveva mani nodose, solide, del tutto incongrue per il suo corpaccio adiposo. Mani la cui presa doveva essere molto salda. Che…
«Sapone sotto le unghie» disse Venanzio.
«Come?» chiese il Lo Cascio.
Fu Gaspare a rispondere. Malgrado la stagione, portava ancora un cappello di paglia, come un ricordo dell’estate. Aurelio, il terzo vecchio, se ne stava immobile e muto quasi fosse fatto con lo stesso legno del bastone che teneva tra le mani.
«Prima di lavorare la terra si gratta un pezzo di sapone, così lo sporco non si infila sotto le unghie» spiegò Gaspare.
«È uno dei primi trucchi che si imparano» chiosò Venanzio.
«Ci vuole tempo per conoscere la terra» disse Gaspare «Uno pensa “vado in pensione e così mi do al giardinaggio e all’orticultura, ma...».
Anche per conoscere gli uomini pensò il Lo Cascio mentre il resto della frase si perdeva nell’aria del tardo ottobre Una delle prime cose che ti insegnano al corso per allievi carabinieri è che non ti devi fidare dell’istinto. Ci vogliono fatti, riscontri, prove. A fine carriera, quando sei maresciallo vicino alla pensione, capisci che ci sono istinti cui devi dare retta, specie quando si tratta di capire gli uomini. Voi tre, per esempio…
Quel calore, nell’umidità del tardo pomeriggio, gli restituiva una sensazione che credeva di aver dimenticato. Un ricordo di quanto era più giovane, le notti erano più fredde e il riscaldamento, nella vecchia casa giù al paese, era la stufa economica della cucina. Venanzio, davanti a lui, fece lo stesso, sporgendosi quanto l’enorme pancia gli consentiva. Aveva mani nodose, solide, del tutto incongrue per il suo corpaccio adiposo. Mani la cui presa doveva essere molto salda. Che…
«Sapone sotto le unghie» disse Venanzio.
«Come?» chiese il Lo Cascio.
Fu Gaspare a rispondere. Malgrado la stagione, portava ancora un cappello di paglia, come un ricordo dell’estate. Aurelio, il terzo vecchio, se ne stava immobile e muto quasi fosse fatto con lo stesso legno del bastone che teneva tra le mani.
«Prima di lavorare la terra si gratta un pezzo di sapone, così lo sporco non si infila sotto le unghie» spiegò Gaspare.
«È uno dei primi trucchi che si imparano» chiosò Venanzio.
«Ci vuole tempo per conoscere la terra» disse Gaspare «Uno pensa “vado in pensione e così mi do al giardinaggio e all’orticultura, ma...».
Anche per conoscere gli uomini pensò il Lo Cascio mentre il resto della frase si perdeva nell’aria del tardo ottobre Una delle prime cose che ti insegnano al corso per allievi carabinieri è che non ti devi fidare dell’istinto. Ci vogliono fatti, riscontri, prove. A fine carriera, quando sei maresciallo vicino alla pensione, capisci che ci sono istinti cui devi dare retta, specie quando si tratta di capire gli uomini. Voi tre, per esempio…
«… e sei sei abbastanza in gamba, ti rendi conto che il tempo è l’unica cosa che conta e il metro giusto per misurare le cose. Se una cosa resiste al tempo, conta» concluse Aurelio, il terzo vecchio.
L’errore anagrafico pensò il Lo Cascio. Era l’unico su cui, in caserma, avessero trovato un fascicolo.
L’errore anagrafico pensò il Lo Cascio. Era l’unico su cui, in caserma, avessero trovato un fascicolo.
Il fatto risaliva al 1973, con l’introduzione del codici fiscali. Aurelio era risultato nato nel 1840. Un’omonimia con un antenato. L’errore era stato corretto, ma ogni tanto rispuntava fuori come un fungo malefico dopo la pioggia.
A proposito di errori e di cose che contano perché resistono al tempo, pensò il Lo Cascio, gli errori burocratici sono messi piuttosto bene.
«Le cose che contano, sicuro» confermò Venanzio. «Coltivare la terra, un bicchiere di quello buono, quattro chiacchiere con gli amici per parlar di niente...».
«Le cose che contano, sicuro» confermò Venanzio. «Coltivare la terra, un bicchiere di quello buono, quattro chiacchiere con gli amici per parlar di niente...».
«… i mondeghil con la polenta» lo interruppe Gaspare.
Il Lo Cascio gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Le polpette» spiegò Venanzio girandosi verso Gaspare.
Il Lo Cascio gli rivolse uno sguardo interrogativo.
«Le polpette» spiegò Venanzio girandosi verso Gaspare.
«Perché, hai qualcosa contro le polpette?».
«Io, no… tu, poi...».
Venanzio si rivolse di nuovo al Lo Cascio «Ecco, a proposito di parlar di niente...». Il Lo Cascio allungò di nuovo le mani verso il fuoco. Le fiamme si stavano spegnendo e il fresco, appoggiato alle spalle del maresciallo come un uccellaccio del malaugurio, stava diventando un freddo spiacevole. «Non si parla mai di niente, lasciatevelo dire da uno con trent’anni di carriera».
«A proposito» disse Gaspare indicando il fuoco «non dovresti multarci tutti quanti per quell’affare? Fiamma libera e tutto il resto. Sono sicuro che, da qualche parte, c’è qualche norma che lo vieta».
«Sto allenandomi a essere fuori servizio. E poi non sarebbe esattamente di mia competenza». Ma prima devo risolvere questa faccenda. È come un ronzio nell’orecchio. Può essere una zanzara o no. Può pungerti o forse no e, anche se ti pungesse, non sarebbe un gran danno. Ma non ce la fai a far finta di niente.
Venanzio si rivolse di nuovo al Lo Cascio «Ecco, a proposito di parlar di niente...». Il Lo Cascio allungò di nuovo le mani verso il fuoco. Le fiamme si stavano spegnendo e il fresco, appoggiato alle spalle del maresciallo come un uccellaccio del malaugurio, stava diventando un freddo spiacevole. «Non si parla mai di niente, lasciatevelo dire da uno con trent’anni di carriera».
«A proposito» disse Gaspare indicando il fuoco «non dovresti multarci tutti quanti per quell’affare? Fiamma libera e tutto il resto. Sono sicuro che, da qualche parte, c’è qualche norma che lo vieta».
«Sto allenandomi a essere fuori servizio. E poi non sarebbe esattamente di mia competenza». Ma prima devo risolvere questa faccenda. È come un ronzio nell’orecchio. Può essere una zanzara o no. Può pungerti o forse no e, anche se ti pungesse, non sarebbe un gran danno. Ma non ce la fai a far finta di niente.
«E così non sei tu che ti occupi di quel tizio scomparso tre mesi fa, quell’immobiliarista» disse Aurelio. Ottantaquattro anni li poteva anche avere. 1940 – 2024. Un errore anagrafico. Ma lì, alla luce morente del fuoco, avrebbe potuto averne anche centoottantaquattro.
«Probabile che sia un allontanamento volontario. Aveva qualche scheletro nell’armadio. Non ci sono elementi che facciano pensare a un delitto». Niente fatti, riscontri o prove. Solo quel ronzio nell’orecchio.
«Ma le indagini sono in corso e tu non puoi dirci di più» disse Gaspare.
«Ma le indagini sono in corso e tu non puoi dirci di più» disse Gaspare.
No. Soprattutto non posso dirvi che non riesco a sbarazzarmi della sensazione che voi ne sappiate qualcosa. Che c’entriate qualcosa.
Venanzio ruppe il silenzio che stava addensandosi come nebbia che sale «Agenti immobiliari, palazzinari, speculatori.. tutti mezzi delinquenti. Ti ricordi l’ultimo che finì dentro? Era nel carcere qui vicino».
Venanzio ruppe il silenzio che stava addensandosi come nebbia che sale «Agenti immobiliari, palazzinari, speculatori.. tutti mezzi delinquenti. Ti ricordi l’ultimo che finì dentro? Era nel carcere qui vicino».
«1997» intervenne Gaspare.
«1998» lo corresse Venanzio.
«‘97» insistette Gaspare. «C’era ancora Scaracchio II» indicò lo spaventapasseri alle spalle del Lo Cascio.
«1998» lo corresse Venanzio.
«‘97» insistette Gaspare. «C’era ancora Scaracchio II» indicò lo spaventapasseri alle spalle del Lo Cascio.
Il maresciallo girò la testa e la voltò immediatamente. Non gli andava avere quell’affare alle spalle, anche se era solo un pupazzo. Deformazione professionale. Qualcosa che si sarebbe portato dietro anche in pensione.
«Be’, se dare multe non è affar tuo, possiamo ravvivare il fuoco» disse Gaspare. Allungò una mano dietro di sé afferrando su una cassetta in legno mezzo sfondata. Svelse un’asse e la gettò nel bidone. Le fiamme reagirono con un ringhio che ricordava un cane alle prese con un osso.
«Ricordo l’estate del ‘97. Mi mandarono in Sicilia. Un gran caldo».
«Be’, se dare multe non è affar tuo, possiamo ravvivare il fuoco» disse Gaspare. Allungò una mano dietro di sé afferrando su una cassetta in legno mezzo sfondata. Svelse un’asse e la gettò nel bidone. Le fiamme reagirono con un ringhio che ricordava un cane alle prese con un osso.
«Ricordo l’estate del ‘97. Mi mandarono in Sicilia. Un gran caldo».
«Fa sempre un gran caldo, d’estate» disse Venanzio.
«Ma gli ultimi anni fa ancora più caldo» concluse Gaspare. Aurelio emise un grugnito d’assenso.
Credete che non sappia come funziona? Oggi si esaminano i social e quindi può anche darsi che qualche recluta lo ignori, ma io appartengono alla vecchia scuola. Pettegolezzi di quartiere, sussurri di portinaie, chiacchiere di balcone, conversazioni di vecchi fatte di silenzi più che di parole. Ma quanti segreti… «Non è il primo che scompare» disse «C’è stato quel blogger, l’estate scorsa».
«Quel?» chiese Aurelio.
«Uno che scrive su internet» spiegò Gaspare.
L’ultraottantenne annuì gravemente.
«E subito prima» incalzò il Lo Cascio «quella strana storia degli agrimensori …».
«… assaliti da cani randagi» lo interruppe Venanzio «Uno non dovrebbe comprarsi un cane, se non è sicuro di tenerlo. Altrimenti finisce che lo abbandona e chissà che cosa può capitare».
«E il muratore scomparso durante i lavori per la posa della fibra ottica. Interrogarono anche voi, mi pare».
«Tutti i vecchi di Coreppia e Sesto Milanese. Si sa come sono i vecchi: passano il loro tempo a guardare i cantieri».
«Ma voi non sapevate niente. Non trovarono mai il corpo».
«Se non c’è il corpo, non c’è delitto. Senza prove, niente esiste. Non è così?» disse Aurelio.
«Ma gli ultimi anni fa ancora più caldo» concluse Gaspare. Aurelio emise un grugnito d’assenso.
Credete che non sappia come funziona? Oggi si esaminano i social e quindi può anche darsi che qualche recluta lo ignori, ma io appartengono alla vecchia scuola. Pettegolezzi di quartiere, sussurri di portinaie, chiacchiere di balcone, conversazioni di vecchi fatte di silenzi più che di parole. Ma quanti segreti… «Non è il primo che scompare» disse «C’è stato quel blogger, l’estate scorsa».
«Quel?» chiese Aurelio.
«Uno che scrive su internet» spiegò Gaspare.
L’ultraottantenne annuì gravemente.
«E subito prima» incalzò il Lo Cascio «quella strana storia degli agrimensori …».
«… assaliti da cani randagi» lo interruppe Venanzio «Uno non dovrebbe comprarsi un cane, se non è sicuro di tenerlo. Altrimenti finisce che lo abbandona e chissà che cosa può capitare».
«E il muratore scomparso durante i lavori per la posa della fibra ottica. Interrogarono anche voi, mi pare».
«Tutti i vecchi di Coreppia e Sesto Milanese. Si sa come sono i vecchi: passano il loro tempo a guardare i cantieri».
«Ma voi non sapevate niente. Non trovarono mai il corpo».
«Se non c’è il corpo, non c’è delitto. Senza prove, niente esiste. Non è così?» disse Aurelio.
Il fuoco languiva di nuovo, lasciandolo in ombra, e le parole sembravano venire dal pomeriggio che scivolava verso la notte.
«Non è proprio così» rispose il Lo Cascio. Avrebbe potuto spiegare che c’erano cose che a occhio nudo non si vedevano – tracce di DNA, sangue scovato col Luminol – ma che esistevano eccome. Eppure non sarebbe stata la riposta giusta.
«Non è proprio così» rispose il Lo Cascio. Avrebbe potuto spiegare che c’erano cose che a occhio nudo non si vedevano – tracce di DNA, sangue scovato col Luminol – ma che esistevano eccome. Eppure non sarebbe stata la riposta giusta.
«Però è così che funziona» insistette Aurelio.
«È così che funziona» confermò il maresciallo.
«È così che funziona» confermò il maresciallo.
Il ronzio. Ecco: quello non si vede, non si tocca, non è rilevabile dallo spettroscopio o dal Luminol e neppure da chissà quale programma in grado di recuperare file cancellati. Ma esiste, altroché. Però nessuno, io per primo, autorizzerà mai un’indagine a causa del ronzio, così eccomi qui a fingermi amico di questi barbagianni e a congelarmi le ossa.
I resti della cassetta giacevano davanti a lui e il Lo Cascio si sporse per prenderli e gettarli nel fuoco ormai quasi spento.
«Aspetta» gli ingiunse Aurelio. Prese la cassetta e si alzò con la cauta lentezza dei vecchi. Si diresse verso un capanno alle sue spalle, frugò e tornò con un martello. Si sedette di nuovo e prese a estrarre i chiodi dal legno. Quando ebbe finito, strappò via un pezzo di plastica che incastrato tra le assi e lo diede a Venanzio. «Questa puzza» spiegò quello «così la gettiamo nel mundus».
Il Lo Cascio fece un risolino. «Non è dialetto, vero?».
«È una specie di scherzo» disse Gaspare «il mundus era una fossa che gli antichi scavavano quando fondavano una città. Metteva in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti e si apriva in certi periodi dell’anno».
«Mundus patet» continuò Venanzio «uno di quei periodi era proprio questo. Gli spiriti degli antenati si mescolavano ai vivi».
«Riti legati alla terra. Dicono che il mundus di Roma fosse senza fondo» concluse Gaspare.
«Aspetta» gli ingiunse Aurelio. Prese la cassetta e si alzò con la cauta lentezza dei vecchi. Si diresse verso un capanno alle sue spalle, frugò e tornò con un martello. Si sedette di nuovo e prese a estrarre i chiodi dal legno. Quando ebbe finito, strappò via un pezzo di plastica che incastrato tra le assi e lo diede a Venanzio. «Questa puzza» spiegò quello «così la gettiamo nel mundus».
Il Lo Cascio fece un risolino. «Non è dialetto, vero?».
«È una specie di scherzo» disse Gaspare «il mundus era una fossa che gli antichi scavavano quando fondavano una città. Metteva in comunicazione il mondo dei vivi e quello dei morti e si apriva in certi periodi dell’anno».
«Mundus patet» continuò Venanzio «uno di quei periodi era proprio questo. Gli spiriti degli antenati si mescolavano ai vivi».
«Riti legati alla terra. Dicono che il mundus di Roma fosse senza fondo» concluse Gaspare.
Con una calma che non sembrava causata dall’età ma dalla consapevolezza di avere tutto il tempo (l’unica cosa che conta) a propria disposizione, Aurelio gettò un pezzo di cassetta nel fuoco. Le fiamme si alzarono.
«Naturalmente il nostro mundus non è che una fossa dove buttiamo i rifiuti prima di differenziarli» spiegò Venanzio.
«Dobbiamo custodire questa terra».
«Una faticaccia».
«Naturalmente il nostro mundus non è che una fossa dove buttiamo i rifiuti prima di differenziarli» spiegò Venanzio.
«Dobbiamo custodire questa terra».
«Una faticaccia».
«La terra richiede sacrifici».
Parlavano l’uno completando le frasi dell’altro, come gente che si conosce da una vita o come se avessero poteri telepatici (o magici).
«Lo immagino» disse il Lo Cascio per interrompere quello strano conciliabolo. Stava ricordando casi di molto tempo prima; casi che sembravano aver aperto un tunnel che lo avrebbe portato oltre i confini della realtà, se solo avesse osato percorrerlo. Se non si fosse aggrappato all’idea che, senza prove, niente esiste.
«No» lo contraddisse Aurelio «Lei non riesce a immaginare com’è. Solo se sacrifichi, la terra frutta».
«È una faticaccia» ripeté Gaspare «occorrono braccia, schiena, zappe, vanghe, roncole, rastrelli...».
«… anche lui?» chiese il Lo Cascio. Accompagnò la battuta con un mezzo sorriso. Ma sembrava qualcuno che fischietta nel buio per darsi coraggio.
«Ha solo bisogno di qualche piccola riparazione ogni tanto» ammise Venanzio.
«No» lo contraddisse Aurelio «Lei non riesce a immaginare com’è. Solo se sacrifichi, la terra frutta».
«È una faticaccia» ripeté Gaspare «occorrono braccia, schiena, zappe, vanghe, roncole, rastrelli...».
«… anche lui?» chiese il Lo Cascio. Accompagnò la battuta con un mezzo sorriso. Ma sembrava qualcuno che fischietta nel buio per darsi coraggio.
«Ha solo bisogno di qualche piccola riparazione ogni tanto» ammise Venanzio.
Già. (solo se - ti? dove era finito il "ti?" la terra frutta) Doveva essere Scaracchio IV, quello. Magari, tra qualche giorno, uno dei tre avrebbe intagliato una zucca e ce l’avrebbe messa in cima. Una faccia con enormi denti triangolari, occhi a losanga che spandevano luce color sangue. Forse avrebbero sostituito anche le mani, mettendoci pannocchie con lunghe barbe marce affilate come rasoi…
«I cittadini hanno un’idea sbagliata della campagna: aria pura, vita sana, cose così» disse Venanzio. «Oppure la disprezzano, o la considerano come una cosa da vendere e comprare, violentare. Come quel tizio. Palazzinari, speculatori, agenti immobiliari...» continuò Gaspare.
«I cittadini hanno un’idea sbagliata della campagna: aria pura, vita sana, cose così» disse Venanzio. «Oppure la disprezzano, o la considerano come una cosa da vendere e comprare, violentare. Come quel tizio. Palazzinari, speculatori, agenti immobiliari...» continuò Gaspare.
«Io dico che non lo troveranno mai» disse Venanzio.
«Il tipo sparito nel ‘15, quello non lo hanno mai trovato. C’era già Scaracchio III, allora, vero?».
«Scaracchio III» confermò Venanzio «E neppure quello nel ‘20 hanno trovato. Sono venuti persino a frugare nel mundus, ma...».
«Questi posti sono più grandi di quel che sembra. Oltre Coreppia, oltre Sesto Milanese. E poi le terre degli altri. Uno pensa che non possano essere così grandi e allora...».
«Si perde. Scompare. Uno può scomparire, ma scomparire sul serio, a pochi passa da Milano...».
«Come Cappucetto Rosso nel bosco».
«O Pollicino».
«O Hansel e Gretel».
Di nuovo quel parlare sincronizzato, come un drago con tre teste in una caverna nel folto del bosco.
«Il tipo sparito nel ‘15, quello non lo hanno mai trovato. C’era già Scaracchio III, allora, vero?».
«Scaracchio III» confermò Venanzio «E neppure quello nel ‘20 hanno trovato. Sono venuti persino a frugare nel mundus, ma...».
«Questi posti sono più grandi di quel che sembra. Oltre Coreppia, oltre Sesto Milanese. E poi le terre degli altri. Uno pensa che non possano essere così grandi e allora...».
«Si perde. Scompare. Uno può scomparire, ma scomparire sul serio, a pochi passa da Milano...».
«Come Cappucetto Rosso nel bosco».
«O Pollicino».
«O Hansel e Gretel».
Di nuovo quel parlare sincronizzato, come un drago con tre teste in una caverna nel folto del bosco.
«Uno pensa che certe cose non poassno succedere».
«O esistere».
«O non debbano esistere...» disse Aurelio. Gettò gli ultimi pezzi di cassetta nel fuoco che si ravvivò con quello che, più che un ringhio, sembrava un ruggito.
Troppo alte, quelle fiamme pensò il maresciallo aggrappandosi agli ultimi barlumi di razionalità come la sera si aggrappava al cielo che scivolava verso la notte. Strane, ma non come l’ombra alle sue spalle e che non avrebbe dovuto esserci, dato che era il Lo Cascio a stare di fronte al fuoco.
O come le dita che gli stavano sfiorando il collo.
Dita fruscianti e bitorzolute che sembravano fatte di barbe di mais e pannocchie marce.
«O esistere».
«O non debbano esistere...» disse Aurelio. Gettò gli ultimi pezzi di cassetta nel fuoco che si ravvivò con quello che, più che un ringhio, sembrava un ruggito.
Troppo alte, quelle fiamme pensò il maresciallo aggrappandosi agli ultimi barlumi di razionalità come la sera si aggrappava al cielo che scivolava verso la notte. Strane, ma non come l’ombra alle sue spalle e che non avrebbe dovuto esserci, dato che era il Lo Cascio a stare di fronte al fuoco.
O come le dita che gli stavano sfiorando il collo.
Dita fruscianti e bitorzolute che sembravano fatte di barbe di mais e pannocchie marce.
Mundus Nell’antico culto romano (e forse anche etrusco) dei morti, la fossa circolare scavata al centro di ogni città, per la quale si riteneva che le anime dei morti potessero risalire sulla terra. In Roma il m., sul Palatino, si apriva solennemente il 24 agosto, il 5 ottobre e l’8 novembre. (fonte: Treccani)
Ho voluto a bella posta non nominare Halloween. Il sentir dire ogni anno che "non è una festa cristiana / non appartiene alla nostra tradizione e bla bla" dopo un po', stufa. Il mudus patet era una specie di Halloween latino e questo dovrebbe mandare in solluchero i nazionalisti da social. Si tratta, compresa la ricorrenza dei Morti o il Dias des Los Muertos latinoamericano, di riti e ricorrenze che legano la fine dell'anno agricolo (v. alla voce "Festa del Ringraziamento") con la fine della vita e il ripetersi delle stagioni, quindi il ciclo di nascita e morte e quindi vengono prima e a prescindere dalle religioni monoteiste, che si sono sovrapposte ad esse, ma senza sopirle. Poi il mercato si è sovrapposto alle religioni monoteiste - di qui l'Halloween contemporanea. Sentivo che già sono in giro in GB le baracconate natalizie per indurre la gente a "comprare risparmiando" prima del tempo natalizio. Ecco, questo sì che lo trovo spaventoso.
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