Poca illuminazione.
Questo è il luogo adatto.
Aspettiamo.
Mi nascondo dietro a questa rientranza.
dei passi:
Uomo. Sembra sulla cinquantina.
Corporatura robusta.
Indossa una tuta da operaio.
Devi essere rapido.
Sono le due di notte, ma c’è ancora in giro qualcuno; magari
armato.
Poi quel vicolo è pieno di appartamenti.
Guarda sopra!
Alcune finestre sono aperte.
Sì, vedo.
Ma non riesco a resistere alla tentazione di uscire subito allo
scoperto.
E lui si ferma.
Vista la poca luce che ho alle spalle, penso che riesca a vedere
soltanto la mia sagoma scura da quella distanza.
Comunque è uno tosto, rimane immobile, non urla.
Oppure è rimasto paralizzato dalla paura…:
Nessuno ha mai visto la silhouette di un licantropo
alto due metri e mezzo.
Corro.
Cerca di scappare, ora.
Ma gli sono già addosso.
Neanche ha la forza di provare a difendersi,
di gridare.
Soltanto le cosce inzuppate di piscio
e sta smorfia del cazzo.
Via la mano!
(gliela recide di netto con un morso)
Via pure il braccio!
(glielo torce fino a disarticolarlo e
strapparne le carni dal busto)
Vacci piano, amico! Sono sul punto di vomitare.
Via la testa!
(Affonda le zanne nel collo e lo strattona fino
a tranciarne le vertebre)
Le finestre aperte, hai detto?
Sì, cosa vuoi fare?
Prendo il corpo di ‘sto coglione e lo scaravento dentro a quella
Magari si prendono un bello spavento…
E qualcuno si affaccia.
Pronto a morire.
Ci stai prendendo gusto, vero? Pensa che questa è soltanto una
versione pesantemente censurata del gioco. In quella definitiva
potrai ammazzare e distruggere qualsiasi cosa.
Potrai addirittura fare la scansione della foto di qualcuno che ti
sta antipatico, inserirla assieme ad alcuni tratti della sua
personalità e… smembrarlo a piacimento.
Fantastico! Con questo realismo, poi, sembra davvero che mi stia
colando il sangue dalle mani.
Racconto di Fabio Cavagliano (2011)
Quel che rende una figata questo racconto è la svolta finale, ricca di implicazioni attualissime sugli sviluppi tecno-sociali tuttora in corso.
RispondiEliminaGrosso modo mi ha ricordato il mio "Infernus", racconto sul rapporto tra violenza omicida gamificata (oramai la "gamificazione" sta divenendo parola d'ordine in qualsiasi ambito) e VR.