domenica 22 dicembre 2013

Le vostre esperienze paranormali

Racconto di Rubrus
commentato da Sgeen il chupacabra

Ciao Fabio.
Ecco la mia - modestissima ed opinabile - esperienza paranormale o forse "para" e basta. 
Risale a circa una ventina di anni fa (forse venti forse ventuno o diciannove).
Ero al mare con la famiglia e l'esperienza inizia con un incubo.
Mi trovavo in un cimitero e, all'inizio, non c'era nulla di spaventoso: tombe, prati verdi, fiori, alberi. 
Ad un certo punto scende di colpo il buio e tutto cambia.
Il terreno diventa fangoso, gli alberi morti e scheletriti, i fiori rinsecchiti, le tombe cadenti, le lapidi sbilenche. Il cimitero insomma ha tutta l'aria di essere abbandonato, inquietante, ma nulla più.
Procedo, deciso ad andarmene il più rapidamente possibile.
Mi accorgo che intorno a me le statue sulle tombe, che prima rappresentavano angeli e madonne, sono diventate statue di diavoli.
Scappo... ma faccio in tempo ad accorgermi che una delle statue si è mossa, voltandosi verso di me, e mi guarda.
Fuggo, ma il cimitero sembra essere esploso verso l'esterno, raggiungendo dimensioni spropositate. Non trovo l'uscita... se c'è.
Nel bel mezzo del cimitero, mentre scappo con la netta sensazione di essere seguito, trovo una vecchia casa in legno e muratura, con tetti svasati a doppio spiovente, abbaini e torri. L'archetipo della casa di ogni film horror (o anche delle parodie: un po' ricorda quella della famiglia Addams).
Entro.
La casa è abbandonata e non sembra molto rassicurante, ma è meglio di ciò che mi sta dando la caccia fuori.
Al piano terra vedo piccole luci gemelle fissarmi a pochi centimetri dal pavimento. Topi. E non sembrano molto amichevoli. 
Decido di salire ai piani superiori dove, penso, i topi non mi seguiranno, ma sopratutto, forse, non mi raggiungeranno i miei inseguitori.
Arrivo sotto il solaio, al quale si accede da una botola. La spingo ed entro in solaio. Non ci si vede molto; c'è giusto un po' di luce lunare che filtra da un lucernario.
Quando riesco a scorgere qualcosa, vedo che il diavolo che stava nel cimitero è lì, ad aspettarmi. 
Non faccio in tempo a voltarmi per fuggire che quello mi afferra e mi fa ingoiare uno dei topi che avevo visto al piano terra.
A questo punto mi sveglio.
Fin qui l'incubo.
Sono sveglio da un po' - difficile dire da quanto, forse un minuto, forse due - quando sento un rumore in cucina. Qualcosa che cade.
Rimango lì, deciso a convincermi che ho sognato, quando mio padre, dall'altra stanza, mi chiede se ho sentito qualcosa.
Dico di sì, ma non mi alzo, così si alza lui e si dirige verso la cucina.
Pochi istanti dopo viene da me per dirmi che è caduto un bicchiere che stava in mezzo al tavolo.
Era vuoto e si è rovesciato senza ragione apparente. Anche mio padre, mi dice, era sveglio da poco - penso da quando mi sono svegliato io.
Potrai non crederci, ma non ero, da sveglio, particolarmente spaventato - un po' sì - ed anzi ero un po' incuriosito. Ricordo per certo di essermi messo a dormire, dopo un po'.
Quanto alla caduta del bicchiere ho pensato 
a) lieve scossa di terremoto - ma perchè è caduto solo il bicchiere e comunque non ho sentito nulla? possibile, in ogni caso.
b) passaggio di camion (eravamo al piano terra). Escluso. Li avrei sentiti.
c) un geco (che avevo visto qualche giorno prima e che gironzolava per casa). Possibile. Avrebbe dovuto salire sul tavolo, arrampicarsi fino al bicchiere e farlo cadere. Non credo che i gechi facciano così; di solito se ne stanno attaccati ai muri. Comunque..
d) altro
Alla fine propendo per la A ma non escludo la D.
Non so se possa definirsi "esperienza paranormale" e quindi se sia pertinente e soddisfi le tue esigenze, ma è quanto di più vicino - e che ricordi - mi sia capitato ad una esperienza del genere. 


Ciao Roberto. Molto interessante questa storia, me la sono gustata e masticata con i miei fini dentini in ogni dettaglio; permetti, quindi, che sia io a rispondere, un vero intenditore, invece di quella testaccia blu!... Anche se nella mia interpretazione dovrò purtroppo trascurare in buona parte il simbolismo legato alle immagini del sogno, dal momento che non conosco e, forse, nemmeno tu sarai ora in grado di ricordare tutto il contenuto esperienziale e della tua vita di pensiero che può averlo preceduto e generato; magari, anche fatti avvenuti nel corso della stessa giornata. Volendo semplificare questo aspetto, quindi, possiamo benissimo accontentarci della chimica di un pasto troppo abbondante o indigesto. Quello che so, invece, è che le immagini e i ricordi elaborati dall’inconscio durante il sonno possono presentarsi con un’immediatezza sorprendente rispetto all’attività mnemonica e cognitiva della coscienza ordinaria; tanto che spesso, al risveglio, si può avere l’illusione di aver fatto un sogno lungo e ben organizzato, quando, invece, le sue immagini ed episodi frammentari precedono soltanto di pochi attimi il risveglio. E’ l’attività cerebrale della veglia, infatti, a completarli e riorganizzare il tutto alla bello e meglio in una ricostruzione di senso compiuto. Le immagini oniriche, infatti, spessissimo non hanno proprio alcun senso, o meglio, sono totalmente scollegate fra loro e dalla nostra percezione logica e del tempo. Anzi, la nostra mente è così “menomata”, durante gli attimi che le producono, che neanche è in grado di valutare e riflettere sull’assurdità di ciò che sperimenta. Possiamo perciò dialogare coi defunti, volare, assistere a incredibili trasformazioni delle cose o persone che ci circondano, passare senza soluzione di continuità da un evento all’altro, magari viaggiando nei ricordi o esperienze del nostro passato (spesso mi ritrovo cucciolo e nei luoghi che frequentavo. La scuola, l'astronave dei nonni, ecc…), senza mai chiederci come ciò sia possibile. Li viviamo e basta.
Freud chiamava l’attività di questi “sottoinsiemi” o apparati della mente, processi psichici autonomi; pacchetti associativi e mnemonici su cui non abbiamo alcun controllo nel normale stato di coscienza. Accade, però, che talvolta queste associazioni siano prodotte anche da stimoli sensoriali di un certa intensità (ma mai tali da poterci svegliare all’istante) o abbastanza prolungati. Una volta, per esempio, ho sognato che stavo per essere travolto da una valanga di macigni e il suono prodotto dal loro rotolare si mutò all’improvviso e con pari intensità nel reale russare di mia moglie che, in effetti, poco dopo mi svegliò).
Credo, pertanto, che sia stato il rumore prodotto dalla caduta del  bicchiere a stimolare il sogno e non viceversa. Anche se ricordi di averlo udito pochi attimi dopo l’esperienza onirica.

“Anche mio padre, mi dice, era sveglio da poco - penso da quando mi sono svegliato io.”

Probabilmente perché siete stati svegliati entrambi dallo stesso rumore che ha preceduto quello della caduta del bicchiere. Magari, proprio il veloce passaggio di un camion o di qualcosa che ha prodotto la vibrazione.

Sul perché, poi, un oggetto cada o sembri cadere da solo le spiegazioni, ovviamente, sono molte. Un brusco adattamento dell’appoggio delle gambe del tavolo, per esempio, dovuto alle vibrazioni di cui sopra oppure a una reazione termica dei materiali di cui è fatto.
Il geco, invece, mi pare anch’esso più vicino a uno degli elementi che possono aver suggestionato e organizzato il contenuto della visione. Dopotutto, si era fissato con importanza alla tua memoria  nelle giornate precedenti. Per cui, a un certo livello della tua immaginazione e attività di associazione inconscia, sapevi che in casa potevano esserci degli animali, animali che strisciavano furtivi e con la coda, come possono esserlo anche i topi (che realmente possono rappresentare una minaccia e spesso procurano un senso di orrore e repellenza ben superiore).



3 commenti:

  1. Oh!... Io mi limito a ringraziare per la partecipazione, allora. ;)

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  2. Ciao. Beh... innanzi tutto fammi dire l'immagine del testo (anche la casa dietro) rappresenta al meglio quello che ho sognato (l'unica differenza è che il diavolo era nero, non rossastro).
    La tua spiegazione mi convince appieno. E' verissimo che, secondo me, diamo ai sogni una coerenza che probabilmente non hanno - ma qui mi sa che si aprirebbe un mondo.
    L'unica cosa che continua a non tornare del tutto è che sia mio padre che io eravamo già svegli quando è caduto il bicchiere, quindi esso non può avere influito sul sogno.
    E' peraltro più che plausibile, adottando la tecnica del rasoio di Occam, che tra la caduta del bicchiere e il sogno non ci sia nessuna relazione.
    Solo un coincidenza... ma anche qui si aprirebbe un mondo.

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    1. Sì, in effetti io ho ipotizzato anche che un altro rumore meno secco e intenso può aver preceduto quello della caduta del bicchiere; suono o vibrazione magari percepiti come qualcosa di sinistro dalla sensibilità e basso livello di coscienza del dormiveglia. La mancanza di relazione fra i due eventi, comunque, è altrettanto verosimile come spiegazione; se non, addirittura, migliore nella sua semplicità. Certo, è molto suggestiva e mi piace l’immagine di questo diavolo stizzito che, adirato per non essere riuscito a trattenerti nella dimensione onirica, tira un bel pugno sul tavolo.

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