giovedì 2 giugno 2022

Demoni e larve psichiche

 


racconto di Fabio Cavagliano

Demoni e autosuggestione. Ovvero, gli amichetti del sonno più spaventosi di sempre (oppure la mia gatta che si aggira per casa mentre dormo?)

Qualche tempo fa ho avuto modo di sperimentare il fenomeno della cosiddetta “paralisi notturna”, ma con l’aggiunta di alcuni visitatori decisamente intenti a sconfinare…
In realtà, soffro di questo disturbo del sonno da decenni. Si manifesta con un sogno (non sono mai riuscito a comprendere se si tratta di un’illusione che riproduce la mia stanza, oppure apro davvero gli occhi durante il sonno) in cui riesco a controllare solo la vista e mugugnare debolmente qualcosa nel tentativo di chiedere aiuto. Spesso è una sensazione accompagnata da tachicardia e un terrore acuto, la sensazione che qualcosa di estremamente malevolo e distruttivo mi stia raggiungendo o sia già presente ma non posso voltare il capo per osservarla.
Per via del mio quasi maniacale interesse per la psicologia dei fenomeni inconsci, ho cominciato già da diverso tempo a leggere e sperimentare tutto ciò che riguarda i sogni lucidi; sono riuscito a viverli con una certa frequenza (almeno due o tre volte al mese) attraverso la meditazione (anche inappropriatamente diurna, attraverso quegli esercizi che dagli esperti del settore vengono chiamati “test di realtà” e la ripetizione di alcune tecniche di rilassamento e visualizzazione).
Nelle ultime paralisi, però, ho avuto modo di sperimentare qualcosa di molto diverso; riuscivo addirittura a sentirli. Naturalmente non ho idea di cosa fossero, ma uno di questi è riuscito a toccarmi una gamba proprio mentre mi stavo svegliando (e non pareva proprio una zampetta animale, ve lo assicuro!). In altre occasioni, pure, pochi secondi dopo al risveglio, sono riuscito ancora a percepirli, sentirli aggirarsi con mormorii e lievi fruscii per la stanza (pur non potendo vederli). Ho parlato di questo con un’amica, altrettanto appassionata ricercatrice di misteri e ben disposta ad ascoltarmi senza partire dal presupposto che sia pazzo, e lei sostiene che forse non si tratta d’illusioni ma di esseri incorporei che trovano “nutrimento” dalle emozioni umane o qualcosa del genere. Naturalmente è più plausibile che si tratti di altro legato allo stress, ma ho voluto chiedermi comunque, dando per un attimo credito all’ipotesi soprannaturale, quanto sia riuscito a ingrassare 'sti simpaticoni per tutto questo tempo e con la mia paura.
Voi avete mai fatto sogni così strani o estremamente vividi da lasciare una simile impressione?






Rubrus ha risposto:

Credo dipenda da cause fisiologiche, un po' come il famoso "pavor nocturnus" dei bambini. Paralisi ipnagogiche ecc. sono state studiate (possono essere anche pericolose) e credo che ci sia abbastanza materiale in proposito. Sogni particolarmente inquietanti capitano ogni tanto a tutti e credo di averne raccontato uno anni fa. Sogni lucidi in cui ti accorgi che stai sognando oppure riesci addirittura a pilotare il sogno mi capitano relativamente spesso e non ci ho mai dato peso. La cosa divertente è che mi trovo a fare l'editing al mio stesso sogno. Una volta ho sognato che dovevo fare una certa cosa (la faccio breve), ma che le cose non erano dove avrebbero dovuto essere, quindi ne ho dedotto che stavo sognando. Nel sogno ho deciso di tornare a casa, ho preso la metrò, sono sceso a Garibaldi e mi sono trovato in Centrale, sicchè ho dedotto che stavo ancora sognando. Allora sono ridisceso in metrò, ho chiamato casa, il telefono non funzionava (una costante dei miei sogni è che il cellulare non funziona mai) e quindi ho chiamato da un telefono pubblico (quelli argentei a uovo, avete presente?). Il telefono pubblico funzionava e a quel punto, per la terza volta, ho capito che stavo ancora sognando perchè non funzionano MAI e mi sono svegliato.



Fabio ha risposto:

Io di questi sogni in cui rimango cosciente mi stupisco tanto del realismo con cui la mia mente riproduce le cose. Nell’ ultimo, per esempio, stavo dentro un albergo con la carta da parati verde. Ho capito subito di trovarmi in una situazione irreale (stavo quasi svolazzando per le sue stanze) così ne ho strappato un pezzo e ho preso ad accartocciarla. “wow!...” mi son detto, “pare proprio della stessa consistenza di quella vera”. Un fatto curioso che ho notato, tuttavia, è che quando mi capita d’incontrare qualcuno in questo genere di esperienze, e di farli notare che è solo un parto della mia mente, fugge terrorizzato o tenta di eludere ogni discussione.


Rubrus ha risposto:

Devo dire che se, nella vita reale, incontrassi qualcuno che sostiene che io sono un parto della sua fantasia, pure io mi metterei a distanza di sicurezza. Battute a parte. Non ricordo di aver mai sperimentato in sogno sensazioni tattili - non escludo che sia accaduto, ma non lo ricordo. Sonore o visive ovviamente, sì. Camilleri raccontava che, dopo essere diventato cieco, i suoi sogni avevano colori vivissimi. Probabilmente il cervello cercava di compensare la mancanza di sensazioni che lo affliggeva nella realtà. Questo spiegherebbe molte cose. Generalmente, nei sogni lucidi, più che il totalmente allucinato, si sperimenta una sensazione di straniamento, di fuori posto, di incoerenza che fa capire che, appunto, si tratta di un sogno.



Fabio ha risposto:

Il tatto è un elemento ricorrente, invece, in queste mie esperienze.
Mi avvicino alle cose e le osservo nel dettaglio, le tocco. Più del sogno in se stesso e del fatto che comprendo il suo grado d’irrealtà, infatti, è proprio la sua “consistenza” e temperatura delle superfici a stupirmi. Non lo so, poi, se questo può dipendere dal fatto che ho un’ottima memoria visiva e difetto, invece, in altre percezioni. L’elemento che, invece, mi porta subito allo stato di coscienza ordinario è il movimento del mio corpo; lo avverto all' improvviso molto più leggero, sono in grado di coprire lunghe distanze con un balzo, ecc… Devo dire che attraverso la lettura di certi libri che ne descrivono le dinamiche, questa facoltà del sogno lucido è aumentata di molto nella frequenza; quasi come se la mente o l’inconscio abbiano ricevuto un certo numero di suggestioni utili al loro sviluppo (poi può anche accadere spontaneamente, certo. Come in persone estremamente analitiche e razionali quale sei, che mantengono tale atteggiamento anche nei sogni). Un altro elemento ricorrente è la breve durata. Solitamente vengo invaso da un’euforia, compiacimento tale nell’esaminare la situazione e gli oggetti attorno, che tutto sfuma gradualmente. Probabilmente il fatto stesso di tornare cosciente ridesta anche il corpo.


Rubrus ha risposto:

La percezione del tempo durante i sogni è falsata. Magari crediamo di aver sognato per ore, ma sono solo minuti. In più durante il sonno i centri motori sono in uno stato di quasi stand - by. La ragione è semplice: sognando, ci muoviamo, ma se ai movimenti onirici corrispondesse un movimento corporeo reale, finiremmo nei guai (è uno dei problemi del sonnambulismo: sogni per esempio di camminare e cammini davvero). Anche i sensi - a parte l'udito, che rimane particolarmente attivo per avvisarci di potenziali pericoli - si ottundono. Quando ci riavviciniamo allo stato di veglia, il corpo riacquista piano piano la sua piena funzionalità. 
È probabile quindi non che il corpo si risvegli perchè il sogno finisce, ma esattamente il contrario.



Fabio ha risposto:

Credo che la piena coscienza, oppure molto vicina a quella dello stato di veglia,  non possa giovare al sonno (la cui funzione è appunto rigeneratrice per il cervello  e altre funzioni vitali) e neppure mantenerlo; questo aldilà del fatto che un sogno inizi o termini all’improvviso. 










2 commenti:

  1. Io di sogni “lucidi” non credo di averne mai fatti; ho poco controllo sulla vita reale, figurarsi su quella onirica…!!! Scherzi a parte, a volte ho avuto dei sogni “concreti”, spaventosamente concreti, e sono stati fondamentalmente due, entrambi occorsi ai tempi dell’infanzia.
    Nel primo caso, mi ero appisolato a faccia in giù, contro il cuscino (forse volevo soffocarmi… chi lo sa!), e più che un sogno vero e proprio sono state immagini mentali in dormiveglia: mi trovavo sott’acqua e, davanti a me, scorrazzava in circolo un branco di grandi squali bianchi. Finché uno, accorgendosi della mia presenza, mi punta col suo muso affilato e nuota veloce verso di me… quando ormai è a un attimo dallo spalancare le fauci e divorarmi, “riemergo” letteralmente dalla dormiveglia tirando su la testa dal cuscino come se l’avessi davvero tirata fuori dall’acqua.
    Nel secondo caso – in realtà due assimilabili – non ricordo la “trama” del sogno (questa volta un sogno vero e proprio), solo qualcuno che in una circostanza mi spara in pancia e nell’altra circostanza mi accoltella sempre al ventre; la cosa curiosa di questi due sogni è che al risveglio – immediato, in seguito alla pallottola/lama che mi trapassa – percepisco la chiara e nitida sensazione di dolore fisico negli esatti punti in cui nel sogno sono stato ferito. Certo, dubito possa trattarsi della precisa sensazione di dolore che si sperimenta per una ferita da arma da fuoco o da taglio, essendo che non ne ho mai fatta esperienza, ma pur sempre di una percezione dolorosa reale!
    Avvicinandomi adesso al contenuto del tuo testo, aggiungo l’esperienza che mi è stata raccontata, tre anni fa, da un conoscente (e sulla veridicità della quale, però, non posso mettere la mano sul fuoco). Anche lui soffriva di “paralisi notturna”, una condizione che lo ha sempre spaventato ma che una volta lo ha addirittura terrorizzato. Mi racconta che, una notte, mentre cercava di combattere la paralisi, scorge nella penombra della camera, in un angolo tra la parete e il soffitto, una sagoma scura. Della sagoma vede soprattutto la faccia – è come qualcuno, qualche essere, che lo fissa standosene appeso sul muro (una sorta dello Spiderman di cui cantano i Cure in Lullaby – o almeno è così che io me lo figuro). Lui cerca di dibattersi con sempre maggior foga, mentre quell’ombra seguita a osservarlo, e credo pure che l’estraneo (chiamiamolo in questo modo) abbia detto o fatto qualcosa (un movimento, un gesto), ma ora come ora la memoria mi tradisce. A un certo punto, comunque, il suo corpo riesce a ridestarsi, accende al volo la luce sul comodino accanto e, guardando in su, l’ombra è sparita. Al mattino, mentre si lava per andare al lavoro, intravede qualcosa allo specchio: una macchia nera, un livido, sul suo avambraccio. Esaminandolo, gli pare che possa somigliare all’impronta di una mano, come se qualcuno lo avesse afferrato e tenuto stretto. Allora sovrappone la sua mano al livido, pensando che magari è stato lui stesso (magari nella frenesia dello spavento preso nottetempo) ad afferrarsi e stringersi il braccio, ma constata che la forma livida impressa sulla sua pelle non combacia: è più sottile e ha le dita troppo lunghe…
    Ripeto: su quest’ultimo caso (che pare pure molto cinematografico) non metterei la mano sul fuoco. D’altro canto non so perché questa persona avrebbe dovuto mentire, inventandosi questa storia e tirandola fuori in una circostanza familiare, però… be’, qualche motivo per mentire lo troviamo sempre.
    P.S.: illustrazione di apertura SENSAZIONALE!

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    1. Allora, Giuseppe; riguardo ai tuoi sogni vividissimi, tanto da lasciarti impressioni sensoriali o dolore al risveglio, posso dire che è noto quanto processi fisiologici in corso durante il sonno possano stimolare il contenuto della creazione onirica stessa.
      Non a caso si dice che una indigestione o lo strafogarsi con determinati alimenti prima di coricarsi possa procurare gli incubi.
      So che al tempo delle prime cliniche europee in cui veniva praticata l’ipnosi e la cura di alcune gravi forme di sonnambulismo, periodo in cui ha avuto il suo massimo la psicoanalisi derivata dagli studi di Charcot, Freud, ecc…, venivano addirittura compiuti esperimenti per provare questo processo (posizionando magari gli arti dei pazienti, mentre dormivano, in un certo modo o stimolandone i riflessi e i sensi in modo da “pilotare” e produrre sogni tipici. Tipo quelli di caduta, annegamento, soffocamento, paralisi, ecc…).
      Io stesso, una volta, ho sognato di assistere a una frana e poi quel rumore di rotolamento di macigni al risveglio si è tramutato e proseguiva con quello del reale russare di mia moglie. Un po’ come se un certo grado dei nostri sensi rimanesse attivo durante il sonno e, da quei pochi dati che la mente riceve, traesse spunto per generare allucinazioni correlate. Quello dei sogni lucidi, come nella storia del tuo conoscente, è un fenomeno che può produrre alcune forme di somatizzazione.
      Anche qui, posso dire di essermi svegliato e proprio con la sensazione che mi toccassero gambe e caviglie. Anche con l’ipnosi, addirittura, un esperto può suggestionare a tal punto un paziente da rendere esangue una parte del suo corpo o insensibile al dolore (tanto che potrebbe passarla da parte a parte con uno spillone senza procurare alla persona in stato di catalessi alcun dolore. Oppure, addirittura, farle credere che la stanno frustando e, proprio nel punto indicato dall’ipnotista, si vedrebbero comparire strisce rosse simili a colpi). Magari la suggestione indotta dal contenuto di alcune di queste visioni ha lo stesso potere o forma di manifestarsi sul corpo. Me lo auguro, perlomeno... Meglio dei demoni.

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