Gli orrori del possibile

Frammenti del futuro

Il braccio stava sul tavolo, parzialmente affossato dentro una bacinella colma di gel protettivo.

"Questi, ormai, li facciamo come il pane." disse il dottore.
"E sono anche i più economici da trapiantare dato che agiscono e si possono allacciare alle principali terminazioni nervose."

"Hmmm…" fece il ragazzo. "Niente male!"

Il potenziale offensivo di quella cosa lo affascinava.

"L’articolazione, poi…" proseguì il dottore  "è divisa in tre parti di tessuto osseo e cartilagineo molto elastici…"

"Tutto naturale?"

"Al cento per cento, amico, con tessuti coltivati in vitro. Prova a saggiarne la consistenza!" lo esortò.

Il ragazzo tastò l’arto prestando particolare attenzione alla sua struttura muscolare e morbidezza.

"Se ti siedi o appoggi la schiena puoi fletterli a meraviglia e in modo che non diano fastidio." disse il dottore. "L’unico problema saranno quelli, magari…"

Indicò i tre uncini con cui terminava l’avambraccio.

"Dovrai fare molta attenzione a come li muovi, soprattutto in luoghi affollati o durante il sonno, perché sono molto taglienti."

"Ouuff!…" Fece il ragazzo. "…Per il mio lavoro sono perfetti."

Si occupava della sorveglianza in un centro commerciale.

"Ne aggiungiamo un paio, allora." disse il dottore "E, come già ti avevo spiegato, potrai muoverli sfruttando le contrazioni dei muscoli dorsali."

Poi diede una pacca sulla gigantesca nuca del suo paziente e si mise al lavoro, tratteggiando con un pennarello le aree cutanee in cui, da lì a poche ore, avrebbe praticato le incisioni.

racconto/striscia di Fabio Cavagliano 2014